La Germania riscopre il ruolo di Stato investitore | La fine dell'austerità cambierà l'Europa?

La Germania riscopre il suo ruolo di investitore mentre Francia e Italia affrontano sfide economiche. Scopri le opportunità e le strategie in gioco! 🌍💼✨

A cura di Redazione Redazione
15 ottobre 2025 10:32
La Germania riscopre il ruolo di Stato investitore | La fine dell'austerità cambierà l'Europa? -
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La Germania riprende il ruolo di investitore, ma l’Europa rimane instabile

Roma, 15 ottobre 2025 – Negli ultimi anni, la Germania ha gradualmente abbandonato la sua tradizionale postura di rigore fiscale per abbracciare un modello di Stato imprenditore. Questo cambio di rotta viene evidenziato dall’analisi di Ubaldo Livolsi, professore di Corporate Finance e fondatore della Livolsi & Partners, il quale sottolinea come la Germania, sotto la guida di Friedrich Merz (Cdu), abbia riscoperto il valore degli investimenti pubblici in un contesto di stagnazione economica e crisi settoriale.

L’approvazione da parte del Bundestag di una riforma costituzionale nel marzo 2025 ha instradato un nuovo corso, creando un fondo da 500 miliardi di euro destinato a settori cruciali come difesa, infrastrutture e transizione energetica. Merz ha fatto di questi investimenti il fulcro della sua agenda economica, mirando a garantire sicurezza, competitività e innovazione per rilanciare l’economia tedesca e riportare Berlino al centro della scena europea.

La Francia in crisi

La situazione è ben diversa per la Francia, che vive un momento di forte instabilità politica e economica. Dopo le dimissioni del premier Sébastien Lecornu, il paese ha assistito alla formazione di un quarto governo in due anni, sotto la stessa guida di Lecornu, a meno di 48 ore dalla sua uscita. Le sfide economiche sono pesanti: il debito pubblico ha superato i 3.300 miliardi di euro, raggiungendo il 116% del PIL, mentre il deficit ha toccato i 168,6 miliardi, ovvero il 5,8%. A peggiorare le cose, Fitch ha declassato il rating sovrano francese, portando i rendimenti decennali della Francia a uguagliare quelli italiani.

L’Italia: tra opportunità e prudenza

Nel contesto europeo, l’Italia si trova in una posizione intrigante. Livolsi evidenzia che i conti pubblici italiani stanno mostrando segni di solidità, con un “tesoretto” stimato di 4-4,2 miliardi di euro, sufficiente per evitare l’avvio di una procedura per disavanzo eccessivo. Tuttavia, la finestra di opportunità deve essere colta con intelligenza. Confindustria ha già sollecitato il governo a formulare un piano di rilancio coerente con la nuova fase europea, sottolineando l’importanza di investimenti in innovazione e manifattura e della semplificazione degli investimenti.

La lezione tedesca è cruciale: senza investimenti pubblici strategici, non può esserci una competitività duratura per il settore privato. Ma l’impatto di un simile stimolo tedesco potrebbe comportare anche una pressione sui tassi d’interesse nell’eurozona, rappresentando una sfida per i conti di altri paesi membri.

Una chiamata all’azione

La vera sfida si presenta ora a Roma e Bruxelles. Coordinare le politiche fiscali nazionali diventa essenziale affinché gli stimoli tedeschi non generino asimmetrie nuove, ma possano fungere da catalizzatore per una politica industriale europea efficace.

In un momento cruciale per l’economia del continente, le scelte dei leader europei influenzeranno non solo il presente, ma anche le dinamiche future dell’Unione economica.

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