Manovra 2026: l'Italia rischia la paralisi economica | È davvero una scelta prudente?

Scopri l'analisi di Ubaldo Livolsi sulla legge di Bilancio 2026: rigore dei conti vs sviluppo. È tempo di liberare energie! 📈💡💰

A cura di Redazione Redazione
29 ottobre 2025 11:07
Manovra 2026: l'Italia rischia la paralisi economica | È davvero una scelta prudente? -
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La Manovra Economica 2026: Rischi di Rigore senza Sviluppo

ROMA – La legge di Bilancio 2026, in fase di definizione, rischia di incarnare la nota regola della “coperta corta”, come evidenziato da Ubaldo Livolsi, professore di Corporate Finance e fondatore della Livolsi & Partners S.p.A. In un’analisi approfondita, il docente ha messo in luce come la manovra attuale, pur garantendo la stabilità dei conti, comprometta le possibilità di un reale sviluppo economico.

Un’Analisi Prudente della Politica Economica

Livolsi ha tracciato un quadro di “politica economica prudente” che mira a mantenere l’equilibrio delle finanze pubbliche, in un contesto di rallentamento economico. La manovra per il prossimo anno, del valore di 18,7 miliardi di euro, si trova a operare nei ristretti margini imposti dai nuovi vincoli del Patto di stabilità europeo. L’obiettivo di ridurre il deficit dal 4,3% del Pil nel 2025 al 3% nel 2026 rappresenta una necessità per la credibilità finanziaria, ma potrebbe trasformarsi in una vera e propria “gabbia” per le politiche di sviluppo.

Crescita Stagnante e Produttività Sottotono

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, la crescita italiana si attesta su valori inquietanti, con previsioni di incremento del Pil dello 0,5% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026. La fissità della produttività del lavoro è un altro campanello d’allarme, amplificato da un apparato burocratico che continua a sopprimere le potenzialità. Secondo Livolsi, “ridurre il costo dello Stato non significa solo tagliare spesa, ma anche razionalizzare modelli organizzativi e competenze”.

La Vera Sfida: Liberare le Energie

Un aspetto cruciale è rappresentato dalla revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che ha comportato la riallocazione di risorse verso i capitoli ordinari di bilancio nazionale. Questa scelta, sebbene concordata con Bruxelles, riduce gli investimenti produttivi e potrebbe portare a un rallentamento della crescita. La vera sfida, sostiene Livolsi, è non semplicemente “tagliare”, ma liberare energie, ossia capitali, imprese e competenze.

Per affrontare il futuro, sono necessari investimenti in formazione tecnica e digitale, rafforzamento delle istituzioni locali e semplificazione delle procedure burocratiche. La prudenza contabile è essenziale, ma senza una visione complessiva di sviluppo, rischia di tradursi in inerzia.

Conclusioni

In sintesi, la Manovra 2026, pur volontariamente orientata al rigore, deve affrontare la critica sfida di coniugare la stabilità dei conti con un programma di sviluppo credibile. Solo in questo modo si potrà evitare che il “rischio di coperta corta” si traduca in un blocco strutturale della crescita economica italiana.

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