Ranucci pedinato per giorni prima dell'attentato | Chi c'è dietro l'ombra dell'intimidazione?

Ranucci intimidito da un attentato studiato nei minimi dettagli. Indagini in corso su ultrà e malavita. Scopri i retroscena! 🔍📰✨

A cura di Redazione Redazione
18 ottobre 2025 16:41
Ranucci pedinato per giorni prima dell'attentato | Chi c'è dietro l'ombra dell'intimidazione? -
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Intimidazioni a Sigfrido Ranucci: L’Attentato Pianificato nei Minimi Dettagli

BOLOGNA – Un clima di crescente intimidazione si staglia attorno a Sigfrido Ranucci, il noto giornalista di Report, dopo l’attentato che ha colpito la sua abitazione a Pomezia la sera del 16 ottobre. Le ultime indagini rivelano che Ranucci sarebbe stato pedinato per giorni, e gli inquirenti ritengono che l’attentato sia stato frutto di una pianificazione meticolosa.

Secondo quanto riporta La Repubblica, i carabinieri del nucleo investigativo di Frascati, assieme alle forze dell’ordine romane, stanno esaminando con attenzione le prove. L’ordigno, di fabbricazione artigianale, è stato posizionato tra l’auto di Ranucci e quella della figlia Michela, solo venti minuti prima che questa parcheggiasse. A destare preoccupazione è anche il metodo usato: la bomba è stata attivata manualmente, senza timer, da una persona presente sul posto, con una miccia tradizionale che ha dato solo un breve margine di sicurezza per allontanarsi.

La serata dell’attentato ha registrato la presenza di una Fiat 500 rubata trovata nelle vicinanze. Tuttavia, al momento non esistono prove che colleghino direttamente il veicolo all’azione contro il giornalista.

Le indagini si stanno concentrando su diverse possibili origini dell’attentato, tra cui il sottobosco degli ultrà, l’estrema destra e la malavita albanese. Ranucci, noto per le sue inchieste scomode, ha subito negli ultimi anni molteplici minacce, con un focus particolare su episodi recenti che includono proiettili inviati dopo le sue puntate sulla trattativa Stato-mafia e sull’eversione nera.

La situazione di Ranucci non è nuova, essendo sotto scorta sin dal 2014 a causa delle prime intimidazioni ricevute dalla mafia. A seguito dell’ultimo attacco, la supervisione della sua sicurezza sarà intensificata. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato che sarà adottato un livello di protezione massimo, con l’utilizzo di auto blindate e vigilanza potenziata.

La mancanza di telecamere di sorveglianza nella zona, scelta personale del giornalista per motivi di privacy, rappresenta un ulteriore ostacolo per le indagini in corso. Ranucci stesso ha dichiarato che il Comune non ha ritenuto opportuno installare sistemi di sicurezza nella sua area.

Con una decina di episodi di minacce sotto esame della Procura, la comunità e le istituzioni sono chiamate a riflettere su un problema allarmante che minaccia non solo la sicurezza del giornalista, ma la libertà di informazione nel nostro Paese. L’attenzione ora si concentra su chi e perché voglia silenziare la voce di Ranucci, in un contesto di crescente preoccupazione per la libertà di stampa e la sicurezza dei giornalisti.

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