Social e minori: perché il governo decide di vietarli sotto i 15 anni | Scopri le sorprendenti prove dei danni!
Valditara propone di vietare i social ai minori di 15 anni per combattere aggressività e superficialità. Un passo verso un dialogo europeo! 🌍📵💡


Divieto dell’uso dei social per i minori: la proposta di Valditara
Napoli, 8 ottobre 2025 – Durante la presentazione di NextGen AI, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha espresso forte sostegno a un disegno di legge bipartisan che mira a vietare l’uso dei social media per i minori di 15 anni. “C’è un ddl bipartisan in parlamento”, ha sottolineato Valditara, evidenziando la necessità di proteggere i giovani dagli effetti negativi delle piattaforme social.
Secondo il ministro, la questione non è solo nazionale ma trova un’eco significativa anche a livello europeo. “In alcuni Paesi come l’Australia si è già sperimentato con successo questo divieto”, ha aggiunto, riferendosi a iniziative simili che hanno visto la luce in altre nazioni. Valditara ha anche menzionato il dialogo attivo che coinvolge l’Italia, precisando come la scorsa primavera sia stata firmata una raccomandazione da presentare alla Commissione Europea per vietare i cellulari nelle scuole di tutta Europa.
Fra i firmatari di questo documento, ”la Francia ha giocato un ruolo chiave”, ha ricordato Valditara, sottolineando l’importanza di un’azione coordinata tra i vari Stati europei. La proposta di legge, frutto di un consenso ampio, mira a creare un ambiente più sano per la crescita e lo sviluppo dei minori.
Il ministro ha dichiarato: “La scienza ci dà suggerimenti chiari: i social scatenano aggressività e diffondono un atteggiamento superficiale nei confronti delle relazioni umane.” Secondo Valditara, è quindi giunto il momento di intervenire. La preoccupazione principale è quella di tutelare i giovani da potenziali danni psicologici e relazionali, che i social media possono comportare.
In questo contesto, la proposta di legge rappresenta non solo un passo verso una maggiore responsabilità sociale, ma anche una presa di coscienza dell’importanza di regolare l’uso della tecnologia tra i più giovani. “Credo che sia arrivato il momento di intervenire”, ha concluso il ministro, preannunciando futuri sviluppi sul tema.
Con questo approccio, l’Italia si inserisce in un dibattito globale sul rapporto tra giovani e tecnologia, chiedendo un’azione concertata per garantire un ambiente digitale più sicuro e sano.