Alluvione a Ravenna: il sindaco de Pascale denuncia l'assenza di un piano straordinario di sicurezza del territorio

Il sindaco di Ravenna chiede un piano straordinario per la sicurezza del territorio post-alluvione. La situazione è critica! 💧🏞️ Scopri di più sull'emergenza in Romagna.

A cura di Redazione
20 settembre 2024 11:43
Alluvione a Ravenna: il sindaco de Pascale denuncia l'assenza di un piano straordinario di sicurezza del territorio
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Alluvione a Ravenna: il sindaco de Pascale chiede piani straordinari per la sicurezza del territorio

BOLOGNA – Durante un intervento a "Piazza Pulita", il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, ha espresso forte preoccupazione per l’assenza di un piano straordinario di intervento idrogeologico nella regione Romagna, sottolineando che “il governo ha voluto Figliuolo, i piani speciali dove sono?”. Questo appello arriva dopo un’alluvione che ha nuovamente colpito l’area, richiamando l’attenzione sulla necessità di opere concrete per garantire la sicurezza del territorio.

Il primo cittadino di Ravenna ha riconosciuto gli errori possibili nella gestione passata, affermando che “non si può scaricare la palla e ci si devono assumere le responsabilità”. Tuttavia, ha evidenziato che la priorità attuale è l’attuazione di un piano straordinario per la messa in sicurezza. “Le opere di ripristino non sono sufficienti; dobbiamo agire su un piano di maggiore scala”, ha affermato, richiamando l’attenzione sulla necessità di interventi strutturali.

De Pascale ha citato i piani speciali da 4,5 miliardi di euro, rimasti fermi in attesa della firma del commissario Francesco Paolo Figliuolo, evidenziando come questa mancanza di azione stia compromettendo la sicurezza del territorio. “I 600 milioni in 14 anni sono una cifra risibile per la gestione della manutenzione del territorio”, ha aggiunto, denunciando l’urgenza di opere di grande dimensione come casse di espansione e l’allargamento dei fiumi.

In risposta a critiche politiche, de Pascale ha ribadito che la nomina di Figliuolo come commissario si è rivelata insufficiente. “Un anno fa non è stato nominato Bonaccini perché il Governo non si fidava di lui”, ha ricordato, sottolineando che la pianificazione necessaria non è stata realizzata. “Dobbiamo lavorare perché quel piano venga fatto, non fare conferenze stampa mentre la gente ha l’acqua in casa”, ha detto, enfatizzando l’urgenza della situazione e il dramma delle famiglie colpite.

Anche la consigliera regionale del Partito Democratico, Manuela Rontini, ha criticato il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, per le sue dichiarazioni, chiedendosi come sia possibile attribuire responsabilità a Priolo e Bonaccini dopo la scelta di Figliuolo. “Dove è finita l’ordinanza 13bis che conteneva i tre milioni di euro per interventi fondamentali?”, ha chiesto, ponendo l’accento sulla necessità di interventi rapidi e concreti per sostenere le comunità in difficoltà.

La situazione in Romagna continua a destare forte preoccupazione e le richieste di un’azione governativa tempestiva e efficace si fanno sempre più pressanti. Con il clima che cambia e gli eventi estremi che si fanno sempre più frequenti, è fondamentale che le istituzioni non facciano attendere ulteriormente i piani di sicurezza e ripristino del territorio.

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