Braccialetto elettronico o illusione di sicurezza? La tragica storia di Roua Nabi e il fallimento della protezione contro la violenza domestica
Un tragico omicidio a Torino solleva domande sul braccialetto elettronico anti-violenza: come può fallire in protezione? Scopri di più! 🕵️♀️💔
Uccisa nonostante il braccialetto elettronico: il dramma di Roua Nabi a Torino
Un tragico episodio ha scosso la città di Torino, dove Roua Nabi, 34 anni, è stata brutalmente uccisa dal suo ex marito, Ben Alaya Abdelkader, di 48 anni. L’omicidio, avvenuto sotto gli occhi dei due figli della coppia, ha sollevato interrogativi sul funzionamento del braccialetto elettronico, strumento di protezione che avrebbe dovuto garantire la sua sicurezza.
L’aggressore, nonostante avesse ricevuto un divieto di avvicinamento alla ex moglie in seguito a denunce per maltrattamenti, ha compiuto l’insano gesto, accoltellando Roua. I figli, spaventati, sono stati i primi a lanciare l’allerta alle autorità. Le forze dell’ordine sono ora impegnate in verifiche per comprendere il mancato funzionamento del dispositivo anti-violenza.
Il meccanismo del braccialetto elettronico prevede una sorveglianza attiva: il dispositivo, indossato dall’aggressore alla caviglia, deve attivare un allarme qualora la persona si avvicini oltre un certo limite alla potenziale vittima. Questo sistema è progettato per inviare notifiche sia alla vittima che alle forze dell’ordine, che dovrebbero intervenire in caso di pericolo. Tuttavia, ciò che è accaduto a Torino solleva domande sulla reale efficacia e sull’affidabilità di tali strumenti nelle situazioni di violenza domestica.
Secondo quanto riportato dal ministero della Giustizia, “il dispositivo consente il controllo elettronico in remoto” e dovrebbe operare senza possibilità di manomissioni da parte dell’aggressore. Tuttavia, emerge ora che Abdelkader potrebbe aver trovato un modo per disattivarlo. È importante capire come sia stato possibile eludere un sistema che avrebbe dovuto garantire la protezione di Roua.
Tornando ai fatti, sebbene l’ex marito sostenesse che fosse in atto una riconciliazione, Roua aveva deciso di mettere fine al matrimonio violento. Dopo un episodio di aggressione che aveva portato all’arresto di Abdelkader, il giudice aveva optato per un semplice divieto di avvicinamento anziché misure più severe. Purtroppo, questo si è rivelato insufficiente. I vicini della coppia hanno riferito che le tensioni tra i due erano frequenti, con l’ex marito che continuava a far visita alla casa familiare, portando a liti e urla quotidiane.
La tragica fine di Roua Nabi pone nuovamente l’accento sulla vulnerabilità delle donne vittime di violenza domestica. Questo caso non solo evidenzia le lacune nel sistema di protezione, ma richiama l’urgenza di un ripensamento sulle politiche e sulle misure per garantire la sicurezza delle vittime.
Le autorità sono ora chiamate a indagare su come un braccialetto elettronico, concepito per salvaguardare la vita delle donne in situazioni di pericolo, sia potuto fallire in modo così drammatico, avranno una risposta nei prossimi giorni, mentre la comunità rimane scossa e in lutto per la perdita di una giovane vita.