Carcere per Chiara Petrolini: La Procura contesta i domiciliari e chiede un inasprimento della misura cautelare

La Procura di Parma chiede il carcere per Chiara Petrolini, ritenendo inadeguati i domiciliari con genitori che non si sono accorti di nulla. ⚖️👶🏽

A cura di Redazione
30 settembre 2024 12:21
Carcere per Chiara Petrolini: La Procura contesta i domiciliari e chiede un inasprimento della misura cautelare
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Traversetolo, la Procura torna a chiedere il carcere per Chiara Petrolini: “No ai domiciliari con i genitori”

PARMA – La Procura di Parma ha deciso di fare un ulteriore passo avanti nella questione che coinvolge Chiara Petrolini, la giovane 22enne di Traversetolo recentemente indagata per il ritrovamento di due neonati morti e sepolti nel giardino della sua abitazione. Il procuratore capo Alfonso D’Avino ha ufficialmente comunicato che l’ufficio da lui diretto ha presentato appello contro l’ordinanza del Gip, la quale lo scorso 19 settembre aveva disposto per la Petrolini gli arresti domiciliari.

La vicenda ha preso piede a seguito della scoperta, avvenuta a inizio agosto, del secondo corpicino tra i resti archiviati in giardino. In questa fase, la Procura aveva già richiesto la custodia cautelare in carcere per la ragazza, ipotizzando il reato di “soppressione di cadavere”. Tuttavia, il giudice ha respinto l’istanza, relegando il reato a “occultamento di cadavere”, un’accusa ritenuta di minore entità, per la quale sono stati applicati provvedimenti meno restrittivi.

Un aspetto chiave della contestazione da parte della Procura è legato al ruolo dei genitori di Chiara. Il Gip, infatti, aveva ritenuto che gli arresti domiciliari fossero adeguati, considerato il controllo che i familiari avrebbero esercitato sulla giovane. Ma D’Avino ha fortemente contestato questa valutazione, affermando che "non potendosi affidare a terzi, nella specie peraltro a quegli stessi genitori che mai di nulla si erano accorti di ciò che avveniva in casa propria”, l’efficacia degli arresti domiciliari è da mettere in discussione.

Nell’appello presentato, la Procura chiede quindi che il seppellimento del secondo neonato venga riconsiderato alla luce della “soppressione di cadavere” e che per tutti i reati ipotizzati, che includono l’omicidio volontario aggravato e la soppressione di cadavere, si valutino misure più severe, con la possibile detenzione in un penitenziario.

Con questo nuovo sviluppo, si profila una fase delicata e complessa nel processo che coinvolge Chiara Petrolini e i tragici eventi che l’hanno vista protagonista. La comunità di Traversetolo è scossa dalla gravità delle accuse, mentre giustizia e verità sono ora nelle mani delle autorità competenti.

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