Droni assassini a Kherson | Scopri il terribile hobby dei soldati russi che colpiscono i civili!
A Kherson, i droni russi diventano armi di terrore, colpendo i civili come un gioco brutale. Scopri il reportage che svela questa crudeltà. 🚁💔
Il gioco mortale dei droni russi a Kherson: la guerra traslata nel divertimento di un videogioco
Kherson – In un contesto di conflitto che sfida l’immaginazione, i soldati russi hanno trasformato l’uso dei droni in una sorta di distrazione letale. A Kherson, civili innocenti – passanti, medici, anziani e addirittura bambini – diventano le vittime sacrificali di operazioni che ricordano più un videogioco che una guerra reale. La denuncia, avanzata nel reportage di Daniele Raineri per il Post, mette in luce un fenomeno inquietante e disumano: l’uso di droni commerciali da parte di militari russi per colpire obiettivi civili in modo sistematico e con modalità ludiche.
I droni, veri e propri strumenti di morte, vengono pilotati per divertimento e allenamento, mentre i piloti condividono le loro "imprese" sui social media. Questi piccoli velivoli decollano e, in pochi secondi, si infiltrano nei cieli di Kherson, trasmettendo in diretta ciò che osservano. Una volta individuata una vittima, il drone scarica il suo devastante carico: una granata a frammentazione. Questo atto di barbarie non solo punta a colpire, ma trasforma un’azione bellica in un macabro gioco al massacro.
Il bombardamento indiscriminato colpisce la vita quotidiana dei cittadini. Auto, ambulanze, autobus e persino i lavori di manutenzione nei quartieri privi di elettricità e gas diventano bersagli. Per rendere l’orrore ancora più subdolo, i soldati fanno uso di oggetti come chiodi a tre punte e mine antiuomo, spesso mascherati tra le foglie secche, aumentando il rischio per chiunque si trovi nei dintorni.
Un episodio particolarmente drammatico è accaduto all’ospedale oncologico di Kherson, uno dei più grandi dell’Ucraina meridionale. Qui, un chirurgo di lunga data, Volodymyr Tereliuk, è stato tragicamente centrato da un drone mentre raggiungeva il parcheggio con la moglie. Dalla scena del crimine, i colleghi hanno tentato disperatamente di salvarlo, ma le sue ferite sono state fatali. Questo attacco ha trasformato l’ospedale in un luogo di paura, dove ogni movimento è scambiato per una minaccia.
La guerra a Kherson, una delle città più colpite del conflitto, ha assunto una forma di violenza inedita, in cui le vite umane vengono distrutte con la stessa leggerezza con cui si gioca a un videogioco. I droni non sono più solo strumenti di controllo e sorveglianza, ma armi di distruzione di massa usate per esercitare un potere dettato dal divertimento di chi si trova dall’altra parte dello schermo. Raineri documenta una realtà insostenibile, in cui il confine fra guerra e intrattenimento si dissolve, offrendo uno sguardo all’inferno quotidiano vissuto dai civili di Kherson.
In questo scenario, la brutalità dell’uomo raggiunge nuove vette: l’idea che la vita possa essere spezzata come se fosse un videogioco è umanamente insostenibile. La comunità internazionale e le istituzioni devono mantenere alta l’attenzione su queste atrocità, affinché tali atti non diventino la nuova norma in un conflitto che sembra non avere fine.