Omicidio Giulia Tramontano: chiesto l’ergastolo per Alessandro Impagnatiello

La sentenza per l’omicidio di Giulia Tramontano (incinta del figlio) è prevista per il 25 novembre. I legali di Alessandro Impagnatiello: “non c'è premeditazione né crudeltà”

A cura di redazionemd
11 novembre 2024 22:21
Omicidio Giulia Tramontano: chiesto l’ergastolo per Alessandro Impagnatiello
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Alessandro Impagnatiello, l’ex barman accusato dell’omicidio della sua fidanzata Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, potrebbe essere condannato all’ergastolo. La richiesta è arrivata dalle procuratrici aggiunte di Milano, Letizia Mannella e Alessia Menegazzo, che hanno descritto l’omicidio come un atto di inaudita violenza, compiuto con 37 coltellate. La sentenza finale è attesa per il 25 novembre, data simbolica che coincide con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Un delitto premeditato e crudele

Secondo le accuse, l’omicidio non è stato un gesto impulsivo ma un piano premeditato che Impagnatiello avrebbe progettato per mesi. Il delitto sarebbe stato preceduto da tentativi di avvelenamento di Giulia e del suo bambino, tentativi che l’imputato aveva pianificato per eliminare madre e figlio. “L’omicidio del 27 maggio è solo l’epilogo di un progetto mortale iniziato molto prima”, ha affermato la pm Menegazzo.

La strategia di depistaggio

Dopo il delitto, Impagnatiello ha tentato di depistare le indagini, denunciando la scomparsa della compagna come un allontanamento volontario. La pm ha sottolineato come l’imputato abbia cercato di manipolare la realtà, facendo credere che Giulia fosse una donna depressa, tentata dal suicidio. In aula sono arrivati anche i familiari di Giulia, tra cui la madre Loredana Femiano, che hanno seguito con dolore le fasi del processo.

La difesa di Alessandro Impagnatiello

Durante l’arringa difensiva, gli avvocati di Impagnatiello hanno sostenuto che l’ex barman non fosse un “stratega” e che l’omicidio fosse stato un atto improvvisato, caratterizzato da “errori madornali” e “comportamenti sconnessi”. Hanno escluso la premeditazione e la crudeltà, sostenendo che l’imputato avrebbe agito in preda al panico e sotto il peso di un senso di colpa che lo avrebbe spinto a collaborare con le autorità. La difesa ha chiesto l’esclusione delle aggravanti e il riconoscimento di attenuanti generiche.

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