Il Papà di Ramy Rivela la Verità Nascosta nel Video dell'Inseguimento | Ma Come Possono Parlarne Così i Carabinieri?
Il padre di Ramy rompe il silenzio: dolore e verità dopo il video dell'inseguimento. Un appello alla giustizia e alla dignità. 💔⚖️
Il padre di Ramy Elgaml chiede giustizia e riflessione: “Quei Carabinieri non dovevano parlare così”
Milano – Un intenso dolore e un grido di giustizia giungono dalla voce di Yehia Elgaml, padre di Ramy, il giovane tragicamente scomparso il 24 novembre. La famiglia è stata scossa dalla diffusione di un video che mostra gli ultimi istanti della vita di suo figlio, accompagnato da audio inquietanti dei Carabinieri coinvolti nell’inseguimento.
“Non è caduto, chiudilo che cade”, sono solo alcune delle frasi pronunciate dai militari mentre Ramy si trovava in una situazione disperata. La verità di questi momenti drammatici è ora sotto gli occhi di tutti, grazie alla trasmissione del Tg3. In un’intervista emotivamente carica, Yehia Elgaml ha espresso il suo sconcerto e la sua delusione per le parole pronunciate da quegli agenti, chiedendosi: “Non hanno dei figli?”.
Per il padre di Ramy, il dolore è profondo e persistente. “Ho visto mio figlio a terra, la macchina così attaccata al motorino… Come padre come puoi sentirti?” Ha sottolineato con una voce rotta dall’emozione, rimarcando la sua devastazione. Dopo 45 giorni di angoscia e notti insonni, il signor Elgaml ha voluto comunque manifestare la sua fede nella giustizia italiana: “Ho fiducia nei giudici e nella giustizia: io, la mia famiglia e tutta la comunità egiziana. Fiducia al 100%”.
Nonostante il suo dolore, Yehia ha voluto ricordare che “non va bene, ma lasciamo stare questi 4 o 5 ragazzi, perché i carabinieri non sono tutti così”, cercando di non generalizzare sul operato delle forze dell’ordine. Ma il peso delle parole pronunciate dagli ufficiali resta una ferita aperta, un atto di cui non riesce a capacitarsi.
La comunità si mobilita intorno alla famiglia Elgaml, in un momento in cui emerge l’urgenza di una riflessione collettiva su comportamenti e valori delle istituzioni che hanno il compito di proteggere la cittadinanza. La memoria di Ramy, secondo il fervente desiderio del padre, diventa un simbolo per chiedere non solo giustizia, ma anche un cambio culturale affinché episodi del genere non si ripetano mai più.