Aggressione omofoba fast food Catania: tre feriti

Arcigay Catania denuncia il deprecabile atto avvenuto alle prime luci del giorno: insulti, minacce e l'aggressione. Tre i feriti

A cura di redazionemd
28 aprile 2025 21:21
Aggressione omofoba fast food Catania: tre feriti - Credit foto: Wikipedia
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La mattina del 26 aprile 2025, intorno alle ore 5:00, un gruppo di persone queer è stato vittima di una brutale aggressione all'interno di unfast food in piazza Alcalà, a Catania. A denunciare l'accaduto è Arcigay Catania.

Dai commenti offensivi alla violenza fisica

Secondo quanto riportato dall'associazione, il gruppo di ragazzi stava consumando il proprio pasto e chiacchierava ad alta voce, quando la loro presenza ha suscitato la reazione violenta di alcuni clienti. Gli aggressori avrebbero inveito contro di loro con frasi offensive, come: “Finitela di parlare di questo schifo, che stiamo mangiando!”. Gli insulti sono rapidamente degenerati in aggressioni fisiche, con pugni, schiaffi e l’utilizzo di oggetti contundenti, come sgabelli e caschi.

L'intervento eroico e i primi soccorsi

Una giovane donna è intervenuta a difesa delle vittime, riuscendo a fermare momentaneamente gli aggressori grazie all'uso di uno spray al peperoncino. Un secondo gruppo di persone queer presente nel locale è stato a sua volta coinvolto nella violenza, ritenuto erroneamente legato ai primi aggrediti.

Le minacce e l'arrivo delle forze dell'ordine

Tra le minacce rivolte ai ragazzi, Arcigay riporta frasi gravissime come: “Ti sparo in testa” e “Li voglio macinare”. Le vittime hanno chiesto l’aiuto del personale del fast food e hanno allertato le forze dell'ordine. Sul posto sono intervenuti gli agenti della questura di Catania e i sanitari del 118, che hanno trasportato tre feriti all’ospedale San Marco per le cure mediche.

Una città che deve reagire: l'appello di Arcigay

Arcigay Catania denuncia: "Oltre ai traumi fisici, a questi ragazzi rimarrà la consapevolezza di non vivere in una città sicura per le persone LGBTQIA+. La violenza omofoba non è mai casuale: anche mangiare un panino e chiacchierare tra amici può diventare un gesto che qualcuno tenta di impedirci di vivere. Ma la nostra socialità non ci sarà negata: se gli spazi che abitiamo non sono sicuri, li renderemo tali”.

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