Il cardinale Müller chiama a raccolta i conservatori | Bersaglio su Papa Francesco e l'era dell'ambiguità
Il cardinale Müller critica Papa Francesco e chiarisce: il prossimo Papa non sarà un suo successore, ma un vero successore di Pietro. Scopri le sue posizioni audaci! ✝️📢

Un ‘Franciscus 2’? No grazie: il cardinale Müller critica il pontificato di Francesco
ROMA – Un’era è ufficialmente giunta al termine secondo il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, rappresentante dell’ala conservatrice del collegio cardinalizio. In un’intervista pubblicata sul quotidiano "la Repubblica", Müller non ha esitato a esprimere le sue opinioni sul pontificato di Papa Francesco, definendo quest’ultimo “ambiguo” su questioni cruciali come l’omosessualità, il ruolo delle donne nella Chiesa e il dialogo con l’Islam.
“Il futuro Papa non è un successore del suo predecessore, ma un successore di Pietro.” Con queste parole, Müller lancia un chiaro messaggio: il prossimo pontefice avrà il compito di prendere distanze dall’approccio di Bergoglio. “Si è chiuso un capitolo nella storia della Chiesa”, ha affermato con determinazione. Nonostante l’impegno del Papa per i migranti e i poveri, il cardinale ha espresso riserve rispetto alla “chiarezza teologica” del suo pontificato.
Uno degli argomenti più controversi è stato quello delle benedizioni per le coppie omosessuali. Müller ha avvertito che “il prossimo Papa deve chiarire” questo tema, sostenendo che il documento approvato sotto Francesco non deve compromettere la dottrina cattolica sul matrimonio. Inoltre, ha mostrato il suo scetticismo verso la decisione di nominare donne a posizioni di rilievo nella Curia: “Quando si tratta di uffici amministrativi non c’è problema che vengano gestiti da laici, ma la Curia romana è un ente ecclesiastico.”
Il dialogo interreligioso è un altro punto dolente per Müller. Ha proposto di “mettere un freno” alle conversazioni con l’Islam, suggerendo che, sebbene ci siano principi di etica naturale in comune, la violenza perpetrata in nome di Dio debba essere condannata. “Come è possibile che uno che crede in Dio possa uccidere nel suo nome?” ha sottolineato con una domanda provocatoria.
Sul tema della Cina, il cardinale ha dichiarato: “Inaccettabile che i comunisti dettino legge nelle chiese.” Ha evidenziato la necessità di tutelare la dottrina cattolica da influenze esterne, affermando che i comunisti atei non possono avere voce nel processo di nomina dei vescovi o influenzare i contenuti del catechismo.
Müller, il cardinale ‘trumpiano’, non ha perso l’occasione di ribadire la sua preferenza per Donald Trump rispetto a Joe Biden, dicendo che “è meglio un buon protestante che un cattivo cattolico”. Affermazioni come queste hanno sollevato interrogativi sulla crescente presenza di un “partito trumpiano” all’interno della Chiesa, una dinamica che, secondo Müller, è condivisa da molti cardinali e vescovi statunitensi.
In conclusione, la figura di Müller si profila come un contraltare alla visione più aperta e compassionevole di Papa Francesco. “Il Papa non è un simbolo della religione secolarizzata,” ha affermato, rimarcando il desiderio di un ritorno a valori più tradizionali all’interno della Chiesa cattolica. Con l’ombra della successione di Bergoglio all’orizzonte, le parole di Müller potrebbero avere un peso significativo sulle future direzioni della Chiesa.