Kennedy Jr. accusa lo zucchero di essere veleno | Ma l'industria alimentare continua a ignorarlo!

Kennedy Jr. lancia la sua crociata contro lo zucchero, definendolo veleno. Ma l'industria sembra non ascoltarlo. Cosa accadrà? 🍭🚫

A cura di Redazione
23 aprile 2025 16:51
Kennedy Jr. accusa lo zucchero di essere veleno | Ma l'industria alimentare continua a ignorarlo! -
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Kennedy Jr. lancia la sua crociata contro lo zucchero: “È veleno”, ma l’industria resta sorda

ROMA – Robert F. Kennedy Jr., attuale ministro della Salute degli Stati Uniti, ha fatto nuovamente discutere l’opinione pubblica con la sua nuova campagna contro il consumo di zucchero, definito da lui stesso come “veleno”. Questo attacco frontale all’industria alimentare americana ha acceso il dibattito su un tema sempre più centrale nella salute pubblica, il rapporto tra cibo e benessere.

Nel contesto di un evento affollato di sostenitori, tra cui mamme con il motto “Make America Healthy Again” (MAHA), Kennedy ha proclamato le sue intenzioni di lottare contro il potere delle aziende che producono alimenti ricchi di zucchero. “Lo zucchero è veleno”, ha ribadito, enfatizzando il suo messaggio con un linguaggio carico di emotività. Tuttavia, l’eco delle sue dichiarazioni si è fatto sentire in una sala sorprendentemente vuota: non era presente nessun rappresentante dell’industria alimentare.

Kennedy ha dichiarato di avere raggiunto un accordo con i grandi produttori per eliminare i coloranti a base di petrolio dalle loro produzioni entro il 2026. Tuttavia, nessun stakeholder industriale ha confermato questa intesa, sollevando interrogativi sulla veridicità delle sue affermazioni. L’unico impegno tangibile è arrivato dall’International Dairy Foods Association, che si è proposta di rimuovere coloranti da latte, formaggi e yogurt destinati agli istituti scolastici, ma solo per i prodotti che partecipano ai programmi federali, dimostrando un’iniziativa piuttosto limitata.

La situazione interna al Ministero della Salute non è delle migliori. Due figure chiave si sono dimessse negli ultimi giorni: l’ex capo della divisione alimentare della FDA, Jim Jones, ha denunciato "licenziamenti indiscriminati", mentre il nutrizionista di spicco del NIH, Kevin Hall, ha lasciato lamentando censure e mancanza di supporto alla ricerca scientifica. Questo clima di instabilità all’interno delle istituzioni indica che la crociata di Kennedy potrebbe non essere così ben accolta da chi lavora nel settore della salute.

In prima linea al suo fianco durante il discorso, c’erano nomi noti come il dottor Marty Makary della FDA e Jay Bhattacharya, noto per le sue posizioni controverse durante la pandemia. La strategia di Kennedy appare ben studiata: combina shock narrativo, marketing emotivo e slogan attraenti, ma sembra mancare dell’essenziale: supporto scientifico, alleanze consolidabili e, soprattutto, la necessaria collaborazione dell’industria.

Le sue affermazioni destano preoccupazioni sulla capacità di forgiare una reale alleanza per il cambiamento. Infatti, aneddoti, slogan accattivanti e la retorica possono attirare l’attenzione, ma senza una base scientifica solida e un dialogo costruttivo con gli attori economici, la crociata rischia di rimanere solo un’ambiziosa dichiarazione d’intenti senza reali effetti sulla salute pubblica.

In conclusione, la sfida lanciata da Kennedy contro il consumo di zucchero potrebbe essere una questione di vitale importanza per il futuro della salute della popolazione americana, ma senza alleanze e una strategia ben definita, rischia di non raggiungere gli obiettivi prefissati.

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