Il tennis in tv è un diritto negato | Perché Binaghi sta combattendo per tutti noi!
Binaghi denuncia il danno sociale delle pay TV per il tennis. Vuole che le partite siano accessible a tutti, per ispirare le nuove generazioni. 🎾❤️

Il Tennis in Pay TV: Un Danno Sociale, Secondo Binaghi
ROMA – Il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, si scaglia contro la diffusione del tennis esclusivamente sulle pay TV, definendola un “danno sociale” da quantificare. In un’intervista rilasciata a Repubblica, Binaghi ha espresso la sua preoccupazione per l’accesso limitato a eventi di alto profilo, come le finali di Roland Garros o Wimbledon, che sono visibili solo a una ristretta élite.
“È una vergogna che solo pochi possano vedere una finale dei nostri ragazzi a Parigi o a Wimbledon”, ha affermato Binaghi. Secondo il presidente, segnalare l’importanza di queste competizioni per la crescita e l’ispirazione di giovani atleti è cruciale. "Si impedisce a chi non è ricco di poter prendere esempio, e magari indirizzare la propria vita positivamente", ha aggiunto, esprimendo preoccupazione per le potenziali ripercussioni sociali dell’esclusività televisiva.
Binaghi ha anche messo in luce il talento emergente del tennis italiano, citando Jasmine Paolini come simbolo di determinazione. “Jasmine è commovente. Da ragazzina le avevano detto che non aveva futuro: troppo piccola di statura”, ha detto. La sua abilità nel competere contro avversarie fisicamente superiori è vista come un esempio di come l’impegno e la tenacia possano superare le avversità.
Riferendosi agli altri protagonisti italiani, Binaghi ha elogiato Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. “Lorenzo è talentuoso e ha migliorato il servizio, sa gestirsi emotivamente, mentre Matteo Berrettini è un vincente con grande personalità”, ha spiegato. Questo gruppo di atleti non solo rappresenta il futuro del tennis italiano, ma incarna anche valori fondamentali come l’integrità, l’umiltà e l’impegno.
Secondo Binaghi, “Questi ragazzi sono dei campioni speciali, e la loro crescita può veicolare valori sani e fondamentali”, contrastando le scorciatoie e l’indolenza che ha caratterizzato il passato. La lotta per l’apprezzamento del tennis su piattaforme gratuite è, quindi, non solo una battaglia per il diritto all’accesso, ma una questione di giustizia sociale.
In conclusione, il presidente Binaghi si mostra fermo su una posizione alquanto determinata: “Dobbiamo chiedere che il danno sociale derivante dall’esclusività televisiva venga stimato e, possibilmente, corretto”. Una chiamata all’azione non solo per il tennis, ma per tutti gli sport e le forme di intrattenimento che dovrebbero essere accessibili a tutti, non solo a pochi privilegiati.