Israele lancia il piano di conquista di Gaza | Cosa nasconde realmente dietro questa mossa drammatica?

Israele approva un ambizioso piano per conquistare Gaza, intensificando le operazioni militari. Al via una nuova fase di tensione e incertezze. ⚔️🌍

A cura di Redazione
05 maggio 2025 14:27
Israele lancia il piano di conquista di Gaza | Cosa nasconde realmente dietro questa mossa drammatica? -
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Israele Approva il Piano per la "Conquista" Definitiva di Gaza

ROMA – Il gabinetto di sicurezza israeliano ha dato il via libera, all’unanimità, a un ambizioso progetto noto come ‘Piano per la conquista di Gaza’. Questo piano prevede un’espansione significativa delle operazioni militari attualmente in corso nella Striscia di Gaza, con particolare preoccupazione per la sorte degli ostaggi ancora in mano a Hamas.

Non ci sono comunque garanzie sul recupero di questi ostaggi, afferma il Times of Israel, suggerendo che la nuova offensiva militare potrebbe anche mettere a rischio la loro sopravvivenza. Secondo funzionari anonimi citati dalla testata, il piano entrerà in vigore dopo la visita prevista del presidente Donald Trump nella regione, attesa per metà maggio.

La Visita di Trump e il Contesto Regionale

La missione di Trump, attesa in Arabia Saudita, segna un’importante tappa nei rapporti tra gli Stati Uniti e il Medio Oriente. È noto che il presidente ha già espresso il suo sostegno alla strategia israeliana per Gaza, il che potrebbe avere implicazioni significative per il futuro della regione. In questo contesto, il tenente generale Eyal Zamir, capo di Stato maggiore israeliano, ha delineato gli obiettivi del piano, giustificando la necessità di una "conquista" e del mantenimento dei territori.

La Questione degli Ostaggi

Oltre alla manovra militare, la diplomazia israeliana è al lavoro su un possibile cessate il fuoco con Hamas. Tuttavia, il generale Zamir ha avvertito che l’escalation in corso potrebbe esporre gli ostaggi a ulteriori rischi. Allo stato attuale, ci sono 59 israeliani prigionieri e 35 già dichiarati senza vita.

Richiamo di Riservisti e Conseguenze Umanitarie

La decisione di richiamare decine di migliaia di riservisti, che sostituiranno i militari attualmente schierati in Libano e Cisgiordania, rappresenta un chiaro segnale della volontà di accelerare le operazioni nella Striscia di Gaza. Questo è avvenuto dopo che, il 18 marzo, Israele ha interrotto il cessate il fuoco con Hamas, riavviando bombardamenti che hanno causato centinaia di morti e costretto molti residenti palestinesi a fuggire.

Le Nazioni Unite hanno messo in guardia contro la grave situazione umanitaria, evidenziando che il divieto di ingresso di aiuti, tra cui alimenti e farmaci, permane dal 2 marzo.

Accuse e Reazioni Ad un Piano Nunzio

In un ulteriore sviluppo, il gabinetto per la sicurezza ha approvato un piano per la distribuzione degli aiuti umanitari, che prevede che questi siano gestiti da enti privati sotto la supervisione dell’esercito. Questa misura è stata ampiamente contestata dalle Nazioni Unite, che sostengono che tali aiuti non debbano essere utilizzati come strumento di pressione politica. Il movimento Hamas ha respinto la proposta, affermando che gli aiuti devono essere gestiti da organizzazioni competenti e non essere strumentalizzati.

Le reazioni alle nuove misure sono state forti, con Hamas che ha denunciato la situazione come un’estensione di una politica di "fame e distrazione", paragonando il tutto a "crimini di genocidio." Mentre la tensione nella regione continua a crescere, sono in molti a chiedersi quale sarà il prossimo passo sulla strada verso un’ulteriore escalation militare e il destino degli innumerevoli civili coinvolti.

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