Trump annuncia la riapertura di Alcatraz | Un piano geniale o un'assurdità complessa?

Trump vuole riaprire Alcatraz: “Ci spedirò i criminali più spietati d’America”

ROMA – L’isola di Alcatraz, oggi nota come meta turistica e punto di interesse per scolaresche e appassionati della storia del crimine, potrebbe ritornare a essere il luogo di detenzione temuto di un tempo. Questo è quanto annunciato da Donald Trump, che propone di riconvertire l’isola in una prigione federale di massima sicurezza.

Il piano ambizioso prevede l’involgimento di diverse agenzie governative come l’FBI, il Bureau of Prisons, il Dipartimento di Giustizia e Homeland Security. Tuttavia, è opportuno notare che l’FBI non ha un ruolo diretto nella gestione delle prigioni; un dettaglio che sembra sfuggire al presidente, il cui focus, secondo quanto riportato, è più sul messaggio politico che sui particolari operativi.

“Non saremo più ostaggio di criminali, delinquenti e giudici codardi”, è la proclamazione che accompagna l’iniziativa, spazientendo gli oppositori. Ma un interrogativo fondamentale rimane: da dove proverrà il finanziamento per un progetto di tale portata? Con il bilancio del Dipartimento di Giustizia già sotto pressione, la ricostruzione di un carcere su un’isola circondata da gelide correnti potrebbe rivelarsi un’impresa economicamente insostenibile.

La proposta ha suscitato più ilarità che serio confronto. Scott Wiener, senatore democratico di San Francisco, ha definito l’idea come un’“assurdità evidente”, un esempio del presunto “comportamento squilibrato” di Trump. Similmente, Izzy Gardon, portavoce del governatore californiano Gavin Newsom, ha reagito ridendo in diretta, affermando che “sembra che oggi a Washington sia il Distraction Day”.

In conclusione, mentre l’annuncio di Trump ha fatto parlare di sé, sembra che la maggior parte degli osservatori non prenda sul serio l’idea di riportare Alcatraz alla sua storica funzione carceraria. La proposta rischia di diventare solo un altro capitolo nella saga delle controversie politiche dell’ex presidente, piuttosto che un progetto concreto destinato a vedere la luce.