Una 14enne uccisa per un’idea distorta dell’amore | È tempo di dirlo: basta silenzi!
A Napoli si svolgono i funerali di Martina Carbonaro, vittima di femminicidio. Un forte appello dell'arcivescovo per fermare la violenza 💔✋.

Napoli: il funerale di Martina Carbonaro e l’appello dell’Arcivescovo
NAPOLI – Oggi, la città di Napoli ha vissuto un momento di profonda commozione durante i funerali di Martina Carbonaro, la giovane di 14 anni tragicamente assassinata dall’ex fidanzato Alessio Tucci. La cerimonia, officiata dall’arcivescovo metropolita, cardinale don Mimmo Battaglia, si è tenuta presso la Basilica di Sant’Antonio di Padova, dove migliaia di persone si sono unite per rendere omaggio alla vittima di un femminicidio.
Un’omelia di denuncia e speranza
Durante l’omelia, l’arcivescovo ha rivolto un messaggio forte e chiaro: “È femminicidio. Chiamiamolo con il suo nome.” Battaglia ha indicato che la morte di Martina è il risultato di un’educazione che ha fallito e di un linguaggio che normalizza la violenza. “Non è follia, non è gelosia, non è un raptus”, ha affermato, evidenziando che, invece, è il frutto di un silenzio colpevole e di una cultura tossica che va cambiata.
Ha invitato i giovani presenti a riflettere sul proprio comportamento e sulle emozioni, sottolineando: “Oggi, davanti a Martina, dobbiamo assumerci tutti una responsabilità collettiva.” Secondo lui, è fondamentale che “l’amore non sia visto come possesso”, ma piuttosto come qualcosa che libera e non costringe.
Un appello alla generazione contemporanea
Battaglia ha rivolto un appello ai ragazzi: “Fate in modo che questa morte non sia vana.” Ha esortato i giovani a trasformare la loro rabbia in impegno civile e a farsi portatori di un messaggio di amore e rispetto. Ha ribadito l’importanza di chiedere aiuto nei momenti di difficoltà, piuttosto che cercare conforto solo sui social. “Le emozioni hanno bisogno di spazi veri, di parole dette guardandosi negli occhi, di mani che sanno accogliere”, ha detto, sottolineando l’importanza di non restare soli.
Un grido di cambiamento
Il cardinale ha chiuso la sua omelia con un potente messaggio di speranza e cambiamento: “Nel nome di troppe, infinite donne, giuriamo di non tacere più.” Ha immaginato un futuro in cui nessuna ragazza debba temere di amare, dove la violenza non sia mai giustificabile e dove ogni adolescente impari che amare significa donarsi, non possedere.
Un momento di unità
Le esequie hanno visto una massiccia partecipazione, con molti cittadini di Afragola e dintorni accorsi per rendere omaggio a Martina. All’esterno della Basilica, un maxi schermo è stato installato per permettere a chi non è riuscito a entrare di seguire la cerimonia. In prima fila, i genitori di Martina, Fiorenza e Marcello, accompagnati da numerosi officiali locali, tra cui il sindaco di Afragola, Antonio Pannone, e rappresentanti del governo.
Questo tragico evento non solo ha messo in luce la necessità di un cambiamento culturale profondo, ma ha anche unito la comunità in un grido di giustizia e amore, con la speranza che la morte di Martina non sia stata invano.