Oltre 16.000 firme per fermare Gergiev | Ma le istituzioni ignorano il grido della cultura?

Petizione in crescita per fermare il concerto di Gergiev alla Reggia di Caserta: oltre 16mila firme contro un'arte politicizzata. 🎶✊

A cura di Redazione
18 luglio 2025 15:11
Oltre 16.000 firme per fermare Gergiev | Ma le istituzioni ignorano il grido della cultura? -
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Polemiche per il Concerto di Gergiev alla Reggia di Caserta: Oltre 16mila Firme per Chiedere lo Stop

ROMA – È un vero e proprio appello di protesta quello lanciato dall’associazione dei Russi liberi in Italia, che in poche ore ha raccolto oltre 16mila firme su Change.org per chiedere alla Regione Campania di annullare il concerto del maestro Valery Gergiev, in programma il 27 luglio alla maestosa Reggia di Caserta.

Denunce sul Ruolo Politico di Gergiev

Nel loro scritto, gli attivisti si rivolgono direttamente al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, denunciando il ruolo politico del direttore d’orchestra. Secondo loro, Gergiev utilizza “consapevolmente il proprio nome e prestigio per legittimare l’aggressione e la dittatura”. Da anni, affermano, ha sostenuto apertamente il governo russo, partecipando a eventi a favore dell’annessione della Crimea e riaffermando la propria lealtà a Vladimir Putin, anche dopo l’inizio del conflitto in Ucraina.

Un Atto di ResponsabilitĂ  Pubblica

La petizione sottolinea che la richiesta non è un attacco alla libertà artistica, ma un “atto di responsabilità pubblica”. Gli attivisti dichiarano: “Il suo invito in una città italiana non è un evento culturale, è un atto politico.” Descrivono la presenza di Gergiev come “uno schiaffo in faccia agli ucraini” che quotidianamente affrontano perdite devastanti a causa dei bombardamenti russi. Inoltre, evidenziano che per i cittadini russi costretti all’esilio, questa situazione rappresenta un’offesa e un’umiliazione, soprattutto per coloro che credono in una Russia alternativa.

Appello alla Regione Campania

I firmatari della petizione concludono il loro appello esortando la Regione Campania a “riconsiderare la propria decisione”. La loro richiesta è chiara: non offrire spazio istituzionale a chi, con la propria presenza, rischia di trasformare un palcoscenico culturale in un strumento di propaganda.

La vicenda, che ha giĂ  sollevato un vasto dibattito pubblico, rimane con gli occhi puntati su come la Regione Campania risponderĂ  a questa forte mobilitazione sociale.

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