Strage di Cutro: le autorità sotto processo | La vera responsabilità resta in ombra?
Piena fiducia del ministro Piantedosi negli operatori rinviati a giudizio per la strage di Cutro. Processo in partenza il 14 gennaio. ⚖️🛥️✊

Strage di Cutro: Piantedosi Riafferma Fiducia negli Operatori Accusati
Roma – La strage avvenuta a Cutro, un tragico naufragio che ha colpito l’Italia, continua a far discutere. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso oggi la sua “piena fiducia” nei confronti dei sei operatori, quattro della Guardia di Finanza e due delle Capitanerie di Porto, recentemente rinviati a giudizio.
Piantedosi ha dichiarato: “Sono certo che dimostreranno la propria completa estraneità rispetto alle accuse”. Queste affermazioni arrivano in un momento in cui la Procura di Crotone ha avviato un’inchiesta per stabilire le responsabilità legate a un naufragio che ha messo in luce la grave crisi umanitaria causata dai trafficanti di esseri umani.
Gli operatori di sicurezza sono accusati di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e gravi negligenze operative. Gli inquirenti evidenziano un grave mancato coordinamento tra la Guardia di Finanza e la Guardia Costiera, che avrebbe portato alla non attivazione del SAR, il Piano di ricerca e salvataggio in mare.
“La responsabilità per le disgrazie causate dalla spietatezza dei trafficanti di esseri umani non può essere in alcun modo estesa”, ha aggiunto il ministro, sottolineando il ruolo fondamentale di questi operatori nella salvaguardia della vita in mare.
L’inizio del processo è stato fissato per il 14 gennaio prossimo presso il Tribunale di Crotone. In attesa di ulteriori sviluppi, Piantedosi ha assicurato che il governo sarà “vicino a loro in ogni modo” per supportarli in questa battaglia di giustizia e civiltà.
Mentre l’attenzione si concentra sulla questione della legalità e della sicurezza nel Mediterraneo, la comunità si interroga su come garantire una gestione responsabile delle operazioni di salvataggio. I prossimi mesi saranno decisivi non solo per gli operatori coinvolti, ma anche per il futuro delle politiche migratorie italiane e della sicurezza marittima.