Strage di Cutro: sei militari a processo | È giusto punirli o è una vergogna?

Sei militari vanno a processo per la strage di Cutro: accuse gravi e polemiche politiche infuocate. Scopri di più su questa vicenda drammatica. ⚖️🌊

A cura di Redazione
21 luglio 2025 21:33
Strage di Cutro: sei militari a processo | È giusto punirli o è una vergogna? -
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Strage di Cutro: Sei Militari Vanno a Processo

ROMA – Sei militari, quattro della Guardia di Finanza e due della Guardia Costiera, sarannoprocessati per il naufragio di un caicco avvenuto a Steccato di Cutro, in Calabria, la notte del 26 febbraio 2023. Nella tragica incidenti persero la vita 94 migranti, tra cui 35 minori. La Procura di Crotone ha disposto il rinvio a giudizio, con accuse di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e gravi negligenze operative. Al centro dell’inchiesta c’è un presunto mancato coordinamento tra le forze di soccorso, che ha portato alla mancata attivazione del Piano per la ricerca e il salvataggio in mare (Sar). L’avvio del processo è fissato per il 14 gennaio 2026.

Reazioni Politiche

Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato con disappunto la decisione, scrivendo sui social: “Una sola parola: vergogna. Processare sei militari, che ogni giorno rischiano la vita per salvare altre vite”. Le sue parole evidenziano un forte sostegno a chi lavora in situazioni di emergenza, sottolineando il dilemma etico legato al rinvio a giudizio di delinquenti in divisa.

D’altro canto, anche il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha espresso la sua solidarietà ai militari coinvolti: “Esprimo piena solidarietà ai militari delle fiamme gialle e della guardia costiera rinviati a giudizio nella convinzione che tutto sarà chiarito”.

La Voce dei Sindacati

L’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF) ha manifestato profondo dolore per la situazione, sottolineando l’importanza di ricordare le vittime del naufragio. In una nota, l’USIF ha affermato che “la sofferenza non si ferma alle vittime del naufragio”, e ha esternato la propria preoccupazione per la sorte dei militari, ora travolti da un procedimento penale che sta distruggendo le loro vite e famiglie.

Per sostenere i militari rinviati a giudizio, l’USIF ha avviato una raccolta fondi per poter aiutare le famiglie a fronteggiare le spese legali e i costi derivanti da una situazione complessa e delicata. “Non si può continuare a chiedere sacrificio e responsabilità ai militari, salvo poi lasciarli soli nel momento più buio”, afferma l’Unione, esprimendo la necessità che lo Stato non si volti dall’altra parte.

Una Situazione Complessa

La tragedia di Cutro rappresenta non solo la perdita di molte vite umane, ma anche una sfida per le istituzioni italiane. La questione del coordinamento tra enti di soccorso diventa cruciale, mentre il processo si avvicina e l’attenzione pubblica rimane alta. Con il rinvio a giudizio dei militari, il dibattito sulla giustizia, la responsabilità e il ruolo dei soccorritori si fa sempre più intenso.

In un contesto già difficile, la vicenda di Cutro continua a far discutere, rappresentando un punto di crisi sia per la sicurezza in mare sia per l’equilibrio tra giustizia e dovere. La risposta da parte delle istituzioni e della società civile sarà cruciale nei prossimi mesi.

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