Thailandia in allerta: oltre 130.000 evacuati mentre gli scontri con la Cambogia minacciano di esplodere!
Tensioni tra Thailandia e Cambogia: oltre 130.000 evacuati e 16 morti in scontri al confine. Scopri gli ultimi sviluppi della crisi! 🔥🌍📉

Tensione al Confine tra Thailandia e Cambogia: Oltre 130.000 Evacuati e Rischio di Guerra
Data: 25 luglio 2025
La situazione al confine tra Thailandia e Cambogia si sta facendo sempre più critica, con scontri armati che hanno già provocato un bilancio devastante di 15 morti in Thailandia, tra cui un bambino di otto anni. Dall’altro lato del confine, un civile cambogiano è stato ucciso e cinque feriti, secondo le autorità locali. I combattimenti, scoppiati giovedì e proseguiti anche durante la notte e venerdì mattina, stanno interessando almeno 12 aree lungo la linea di demarcazione, che si estende per 817 chilometri.
Il primo ministro thailandese ad interim, Phumtham Wechayachai, ha lanciato un appello urgente, avvertendo che la crisi potrebbe evolversi in un conflitto aperto. Al momento, piĂą di 130.000 persone sono state evacuate dalle province al confine per motivi di sicurezza, un chiaro segnale del deterioramento della situazione.
Le tensioni sono aumentate a maggio, in seguito alla morte di un soldato cambogiano e, più recentemente, all’esplosione di una mina antiuomo che ha ferito cinque militari thailandesi. La Thailandia ha accusato la Cambogia di aver installato nuove mine nella zona, un’accusa che Phnom Penh ha categoricamente respinto. La reciprocità delle accuse si traduce in un clima di ostilità alimentato da un livello di militarizzazione che preoccupa le comunità locali e la comunità internazionale.
Nel contesto politico, la crisi è ulteriormente complicata dai conflitti tra figure di spicco come Hun Sen, ex premier cambogiano, e Thaksin Shinawatra, già leader thailandese e padre dell’attuale premier Paetongtarn Shinawatra. Thaksin ha insinuato che l’esercito thailandese dovrebbe “dare una lezione” a Hun Sen, mentre quest’ultimo ha descritto le azioni thailandesi come una “aggressione militare” e un “tradimento”.
La reazione della comunità internazionale è stata immediata, con il Consiglio di Sicurezza dell’ONU che ha convocato una riunione d’emergenza e gli Stati Uniti che hanno chiesto un’immediata cessazione delle ostilità . La Cina, a sua volta, ha esortato entrambe le parti al dialogo, evidenziando l’importanza di una risoluzione pacifica.
Il bilancio continua a salire, gli evacuati fuggono dalle zone di conflitto e la preoccupazione per una guerra aperta cresce ogni giorno di più. Ora più che mai, le strade della diplomazia si fanno impervie e la comunità internazionale osserva con apprensione l’evolversi della crisi.