Un detenuto salvato in extremis | La verità invisibile sui suicidi in carcere che la politica ignora!

Martedì scorso, un detenuto di Rebibbia ha tentato il suicidio, ma è stato salvato dai compagni di cella. Una storia di umanità che scuote le coscienze. 🕊️💔

A cura di Redazione
15 luglio 2025 16:15
Un detenuto salvato in extremis | La verità invisibile sui suicidi in carcere che la politica ignora! -
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Roma, tentato suicidio nel carcere di Rebibbia: l’allerta di Alemanno

Roma – “È accaduto un’altra volta. Otto giorni dopo il tentato suicidio di Kafi, un’altra persona detenuta è stata salvata in extremis nel Braccio G8”. Queste le parole di Gianni Alemanno, ex sindaco della Capitale, che ha condiviso questa drammatica esperienza attraverso il suo “diario di cella”. Il fatto risale a martedì 8 luglio e coinvolge un 35enne di nome Flavio, malato di cancro al terzo stadio.

Un intervento tempestivo

Alemanno racconta che, a seguito di un’assenza prolungata dal bagno da parte di Flavio, un compagno di cella di nome Fabio ha deciso di intervenire. “Allora un oscuro presentimento lo spinge a sfondare la porta e irrompere nel bagno, dove trova Flavio privo di sensi, appeso alle sbarre della finestra con un cappio fatto con un lenzuolo”, scrive Alemanno. Le grida di Fabio hanno richiamato l’attenzione di altri detenuti, che hanno rapidamente prestato soccorso e, grazie alla loro determinazione, sono riusciti a liberarlo.

La lotta contro il tempo

Le manovre di rianimazione, condotte da un medico e un infermiere, hanno avuto successo: “Flavio, sempre incosciente, ha ricominciato a respirare”. Attualmente, è ricoverato in terapia intensiva a causa di un infarto causato dallo strangolamento. La mancanza di assistenza medica adeguata ha alimentato le preoccupazioni non solo per Flavio, ma per tutti i detenuti nel Braccio G8, un’area del carcere notoriamente sovraffollata.

Un grido d’allerta

Alemanno ha espresso indignazione per l’assenza di comunicazioni ufficiali riguardo ai tentativi di suicidio. “L’amministrazione penitenziaria tace: non ha dato notizia alla stampa e non si è fatta vedere al Braccio”, afferma. La testimonianza dei compagni di cella di Flavio rimarca una realtà inquietante: il sovraffollamento e l’assenza di cure stanno mettendo in pericolo le vite dei detenuti.

Un appello politico

Nel suo messaggio, Alemanno ha annunciato che scriverà nuovamente al Presidente della Repubblica per segnalare la situazione drammatica delle carceri. In una recente iniziativa, un gruppo di parlamentari ha partecipato a un incontro organizzato da “Nessuno Tocchi Caino”, dove si è discussa una proposta di legge per affrontare l’emergenza carceraria.

“Gli attuali dati sul sovraffollamento carcerario sono allarmanti: dal 107,4% all’inizio della legislatura, ora si è arrivati al 133%”, avverte Alemanno. Se non si adotta un intervento immediato, la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente.

Conclusione

La vicenda di Flavio e il salvataggio operato dai suoi compagni di cella pongono in luce le criticità del sistema carcerario italiano. “Salvarono non solo vite umane, ma anche la faccia al carcere”, scrive Alemanno. Resta da vedere se le istituzioni agiranno di conseguenza, rispondendo finalmente a un problema che non può più essere ignorato.

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