Un turista irlandese arrestato per un ritardo di 3 giorni | Chiunque potrebbe essere il prossimo vittima del sistema?

Un ingegnere irlandese intrappolato negli USA per un ritardo di tre giorni sul visto. Una storia di ingiustizia e abusi che fa riflettere. 🏛️✈️😢

A cura di Redazione
15 luglio 2025 17:11
Un turista irlandese arrestato per un ritardo di 3 giorni | Chiunque potrebbe essere il prossimo vittima del sistema? -
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Un caso di detenzione estrema: turista irlandese trattenuto negli Usa per tre mesi

ROMA – La storia di Thomas, un ingegnere informatico irlandese di 35 anni, getta un’ombra inquietante sulla gestione dell’immigrazione negli Stati Uniti. Questo padre di tre figli è stato arrestatoe detenuto per tre mesi a causa di un ritardo di tre giorni nel rientrare nel suo paese, dovuto a un problema medico.

Un viaggio trasformato in incubo

All’inizio dell’autunno, Thomas era significativamente atterrato in West Virginia per visitare la sua compagna, come aveva fatto molte volte prima grazie al programma Visa Waiver. Tuttavia, un grave infortunio al polpaccio, documentato da un medico, lo costrinse a prolungare il soggiorno, il cui termine ufficiale era fissato per l’8 dicembre. Quando il 17 dicembre, dopo aver firmato un modulo per l’espulsione, è stato arrestato dall’Immigration and Customs Enforcement (Ice), il suo incubo aveva inizio.

Detenzione in condizioni disumane

La detenzione di Thomas non è stata solo una questione di giorni. Trasferito in tre diverse strutture, tra cui una prigione federale per imputati penali ad Atlanta, Thomas ha vissuto un’odissea di inefficienza e maltrattamenti. Descrive la struttura come un luogo in cui si è sentito trattato meno che come un essere umano: “Materassi sporchi, topi e cibo immangiabile” sono solo alcune delle condizioni che ha denunciato.

“Nessuno è al sicuro dal sistema se ci viene coinvolto”, afferma Thomas, riflettendo sulla sua esperienza. Durante la sua detenzione, l’impossibilità di contattare i suoi figli ha ulteriormente amplificato il suo senso di isolamento e paura.

Un caso non isolato

La situazione di Thomas non rappresenta un caso isolato secondo esperti di immigrazione. Sirine Shebaya, direttrice del National Immigration Project, ha commentato: “Sembra assurdo che trattengano qualcuno per tre mesi per aver superato la scadenza del visto per motivi medici.” Quote simili evidenziano come la detenzione di stranieri, anche da paesi considerati “amici”, sia in aumento.

Un rientro amaro

Finalmente, a marzo, Thomas è stato rispedito in Irlanda, scortato da agenti armati. Un’altra macchia nella sua esperienza: gli è stato vietato di rientrare negli Stati Uniti per dieci anni. “Non so come ho fatto a sopravvivere. Questo sarà un peso per tutta la vita,” ha dichiarato, esprimendo il trauma che ha subito.

La sua storia solleva interrogativi inquietanti sulla giustizia e sull’umanità del sistema di immigrazione americano, lasciando molti a chiedersi: fino a che punto siamo disposti a tollerare simili ingiustizie in nome della sicurezza?

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