30.000 medici in digiuno per Gaza | Cosa stanno rifiutando di rivelare?

Oltre 30.000 medici in digiuno per Gaza uniti contro la guerra. A Bologna, specializzandi indossano i nomi delle vittime. Solidarietà e umanità in azione! 🕊️❤️

A cura di Redazione
28 agosto 2025 18:35
30.000 medici in digiuno per Gaza | Cosa stanno rifiutando di rivelare? -
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Oltre 30.000 Medici e Sanitari in Digiuno per Gaza: Una Mobilitazione senza Precedenti in Italia

ROMA – La crisi umanitaria a Gaza ha spinto oltre 30.000 medici e operatori sanitari a unirsi in un digiuno collettivo che si è esteso da un’estremità all’altra dell’Italia. L’iniziativa, promossa sulla scia della Giornata Nazionale del Digiuno per Gaza, ha visto una mobilitazione massiccia da Nord a Sud, coinvolgendo l’intero personale del sistema sanitario nazionale in una protesta contro la guerra e il genocidio in corso.

Secondo i promotori, “è difficile calcolare quanti sono gli operatori e operatrici del servizio sanitario pubblico che oggi hanno partecipato al Digiuno per Gaza”. Le adesioni, inizialmente fissate a 3.000, sono lievitate a oltre 10.000 in soli pochi giorni, grazie anche al passaparola. “Crediamo quindi che abbiano aderito oltre 30.000 persone”, affermano gli organizzatori, sottolineando il supporto di associazioni, sindacati e ordini professionali.

La giornata è stata caratterizzata da intense emozioni e un forte senso di unità, e i partecipanti hanno espresso la volontà di continuare la lotta per la giustizia. “Ciò che chiediamo è chiaro: vogliamo che le istituzioni sanitarie adottino il documento ‘Statement by the European public health community on Gaza’”, ha detto uno dei portavoce dell’iniziativa.

“I dati della crisi umanitaria sono sotto gli occhi di tutti”, proseguono, evidenziando uno studio pubblicato su The Lancet, che riporta un crollo spaventoso dell’aspettativa di vita a Gaza. “Tra ottobre 2023 e settembre 2024, è scesa da 75,5 a 40,5 anni”, un dato allarmante che indica le devastazioni che la popolazione sta subendo.

In questo contesto, gli specializzandi dell’ospedale Maggiore di Bologna hanno deciso di dare un ulteriore simbolo di protesta indossando i nomi delle vittime palestinesi. “Oggi non avremo il nostro nome, ma quello di una persona che non c’è più”, ha spiegato Marco Di Maira, uno degli specializzandi, rimarcando la determinazione a mantenere viva la memoria di chi ha perso la vita.

A Bologna, oltre 300 sanitari hanno partecipato attivamente al Digiuno per Gaza, organizzando flash mob e sit-in davanti agli ospedali. Hanno scattato foto simboliche per sottolineare la loro solidarietà verso il popolo palestinese. “Siamo qui per testimoniare la solidarietà di tutti gli operatori sanitari”, ha dichiarato Alessio Bertini, direttore del dipartimento emergenza-urgenza di Bologna.

Questa mobilitazione non si limita a un gesto simbolico; “serve anche a dare un senso di vicinanza empatica agli operatori sanitari e ai giornalisti morti a Gaza”, ha commentato Francesco Semeraro, anestesista e rianimatore. La voce dei professionisti della salute è chiara: chi opera per il benessere altrui “è contro la guerra”.

La giornata si è conclusa con un richiamo all’impegno per risultati concreti. “Vogliamo che il Governo italiano sospenda gli accordi militari con Israele e chieda urgentemente un cessate il fuoco”, affermano gli organizzatori. L’appello è forte e chiaro: “Le istituzioni devono fare la loro parte per contrastare il genocidio”.

Il Digiuno per Gaza ha rappresentato un momento di forte coesione tra i professionisti della salute, sottolineando l’importanza della solidarietà in un mondo segnato da conflitti e disuguaglianze. La battaglia per il riconoscimento dei diritti umani continua, e i medici italiani fanno sentire la loro voce in modo indivisibile e deciso.

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