Due morti e sette contagi in Calabria | Un food truck o una diagnosi tardiva?
Gravi intossicazioni da botulino a Diamante: due decessi, sette contagi. Tre indagati per omicidio colposo. Scopri di più su questa tragica vicenda 🚑⚠️📰

Botulismo a Diamante: due morti e sette intossicazioni, tre indagati per omicidio colposo
Roma – Una tragica emergenza sanitaria ha colpito la Calabria, con due vittime e sette casi di intossicazione da botulino legati a un food truck. La Procura di Paola ha reso noto che tre persone risultano indagate per omicidio colposo e commercio di sostanze alimentari nocive. Le indagini vertono su due filoni: quello alimentare e quello sanitario.
Le vittime
Le vittime sono un uomo di 52 anni, Luigi di Sarno, originario del Napoletano, e una donna di 45 anni, Tamara D’Acunto, residente a Praia a Mare. Il primo è deceduto dopo aver mangiato un panino con salsiccia e cime di rapa, mentre la seconda, che si era servita allo stesso food truck, ha perso la vita poco dopo. Le autorità confermano che entrambi gli episodi sono riconducibili all’assunzione di cibo contaminato.
Rilievi e autopsie
Le salme delle vittime saranno sottoposte ad autopsia il 12 agosto, con esami condotti presso la struttura sanitaria locale. Questo passaggio è cruciale per chiarire le cause dei decessi e stabilire eventuali responsabilità .
Indagini su cibo e gestione del truck
Si segnalano specifiche preoccupazioni riguardo alla conservazione del cibo venduto dal food truck, che è stato trovato a stazionare sotto il sole per molte ore. I periti incaricati hanno riscontrato che questa situazione potrebbe aver contribuito alla proliferazione delle tossine botuliniche. “Il furgone è stato sequestrato e sono in corso analisi sui prodotti venduti”, afferma la Procura.
Gli indagati
Tre persone sono attualmente sotto inchiesta, tra cui il commerciante ambulante e i legali rappresentanti di due ditte fornitrici. Le accuse riguardano l’omissione di controllo e il commercio di prodotti potenzialmente pericolosi. Le indagini sono solo all’inizio e ci si aspetta un’ulteriore raccolta di evidenze.
ResponsabilitĂ sanitarie
Un secondo filone di indagine si concentra sulle responsabilità di medici e sanitari. “Strutture di pronto soccorso e cliniche private avrebbero potuto diagnosticare tempestivamente l’intossicazione da botulino”, spiega la Procura. Questo ritardo nel riconoscere i sintomi ha aggravato le condizioni delle vittime, portandole a un esito fatale.
Conclusioni
Questi tragici eventi sollevano seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sull’efficacia delle strutture sanitarie nella gestione delle emergenze. Le indagini sono destinate a estendersi nel tempo, mentre famiglie e comunità cercano risposte e giustizia. La speranza è che episodi simili possano essere evitati in futuro, ponendo in prima linea la sicurezza del cibo e il benessere dei cittadini.