Duplice omicidio sconvolgente | Il mistero che incrimina Kaufmann si infittisce!

Anastasia Trofimova strangolata: Kaufmann accusato di duplice omicidio

Roma, 11 agosto 2025 — Il mistero attorno alla morte di Anastasia Trofimova si infittisce, dopo che una nuova consulenza medico-legale ha rivelato dettagli agghiaccianti. Secondo l’anatomopatologo Vincenzo Arena dell’Università Cattolica, la donna sarebbe stata strangolata, in un delitto che segna una drammatica escalation nella già grave situazione di Francis Kaufmann, noto anche come Rexal Ford.

Kaufmann, già detenuto per l’omicidio della figlia Andromeda, deve ora confrontarsi con l’accusa di duplice omicidio. Anastasia e la sua bambina furono trovate senza vita il 7 giugno in un cespuglio a Villa Pamphili, dove l’uomo aveva scelto di vivere isolato dal mondo in una tenda. Stando alle ultime indagini, la madre sarebbe deceduta il 3 giugno, mentre la piccola Andromeda soltanto due giorni dopo, profondamente legata alla tragica sorte della madre.

La Procura ha evidenziato un quadro sempre più compromettente per Kaufmann, la cui fuga in Grecia è seguita dall’arresto il 11 giugno a Skiathos e dalla successiva estradizione in Italia. In carcere, Kaufmann si è comportato in modo singolare, rifiutando avvocati e pretendendo di autogestirsi. Tuttavia, l’autorità giudiziaria ha limitato le sue richieste, e in aula ha mantenuto un «silenzio assoluto», accentuando il mistero che circonda il suo caso.

Il fascicolo dei pubblici ministeri Giuseppe Cascini e Antonio Verdi continua ad ampliarsi: prove di DNA, cell phone records e il referto di Arena sembrano delineare un quadro inconfutabile. “Per noi non ci sono dubbi,” hanno dichiarato gli inquirenti, “Kaufmann non ha ucciso solo sua figlia. Ha sottratto la vita anche alla donna con cui viveva.”

La drammatica vicenda di Anastasia e Andromeda non è solo l’ennesimo caso di cronaca nera, ma un triste riflesso di dinamiche interne che possono sfociare in tragedie inaspettate. Il processo a carico di Kaufmann si preannuncia cruciale, non solo per il destino dell’imputato, ma per rispondere a domande che, nel dolore, rimangono ancora senza risposta.