Fermare la pulizia etnica a Gaza | Perché il silenzio non è più un'opzione!

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A cura di Redazione
08 agosto 2025 19:34
Fermare la pulizia etnica a Gaza | Perché il silenzio non è più un'opzione! -
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Stop pulizia etnica: l’appello degli operatori della cooperazione per Gaza

ROMA – Gli operatori della cooperazione internazionale si sono uniti per lanciare un appello urgente a sostegno della popolazione di Gaza, chiedendo la cessazione della “pulizia etnica” in corso. Grazie a una petizione online su Change.org, già firmata da oltre 2.000 persone, si fa sentire una voce compatta contro le violazioni dei diritti umani che colpiscono i palestinesi in Cisgiordania e a Gaza.

La lettera aperta, indirizzata al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è stata sottoscritta da operatori e operatrici che hanno dedicato la loro vita alla solidarietà e allo sviluppo sostenibile. “Siamo sensibili alle parole del Presidente della Repubblica”, si legge nel comunicato, “e condividiamo l’appello di un numero crescente di persone e collettività che esigono un’azione risoluta del Governo”.

Con fermezza, i firmatari condannano il raid del 7 ottobre 2023 perpetrato da Hamas, affermando di essere contro ogni forma di antisemitismo e violenza. Tuttavia, non si limitano a questa condanna: “Condanniamo altresì le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza e le violenze dei coloni in Cisgiordania”, sottolineando la violazione delle leggi internazionali e del diritto umanitario.

La denuncia continua: “Sentiamo nostro dovere umano, civile e professionale adoperarci per fermare questa crisi umanitaria senza precedenti”. Gli operatori affermano che milioni di persone stanno subendo danni irreparabili e conseguenze che perdureranno per generazioni.

In un momento di crescente tensione internazionale, l’appello si focalizza su alcune richieste specifiche: la sospensione di ogni accordo con lo Stato di Israele che riguardi il settore militare e della difesa; il sostegno al ruolo delle Nazioni Unite e delle sue agenzie; e un maggiore supporto alla popolazione palestinese.

“Chiediamo l’immediato riconoscimento dello Stato di Palestina”, concludono i firmatari, unendosi ad altre 140 nazioni che già hanno fatto questo passo. Il messaggio dei cooperanti è chiaro: è il momento di agire.

L’iniziativa pone in evidenza un clima di crescente preoccupazione e attivismo da parte della comunità internazionale, richiamando l’attenzione su una situazione che ha bisogno di risposte concrete e immediate.

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