Occupazione Totale di Gaza: Netanyahu Contro le IDF? Ecco Chi Sostiene il Piano!

Scontro in Israele: Netanyahu punta all'occupazione di Gaza, ma l'esercito solleva dubbi. Trump sostiene il premier. Scopri di più! 🇮🇱📰✨

A cura di Redazione
05 agosto 2025 09:30
Occupazione Totale di Gaza: Netanyahu Contro le IDF? Ecco Chi Sostiene il Piano! -
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Scontro all’interno di Israele sul piano di occupazione totale della Striscia di Gaza

In un clima di crescente tensione politica, il piano di occupazione totale della Striscia di Gaza ha sollevato obiezioni significative all’interno delle Forze di Difesa Israeliane (IDF). Il premier Benjamin Netanyahu, nonostante le perplessità espresse dai vertici militari, sta cercando di ottenere il sostegno del governo per la sua ambiziosa strategia di invasione.

Secondo fonti dei media israeliani, tra cui il Times of Israel, i membri delle IDF hanno espresso scetticismo riguardo alla proposta del premier, evidenziando il rischio potenziale per gli ostaggi e le complicazioni per i civili della Striscia. Nonostante ciò, un funzionario vicino a Netanyahu ha affermato con fermezza: “Il dado è tratto: puntiamo all’occupazione totale della Striscia di Gaza, ci saranno operazioni anche nelle aree in cui sono tenuti gli ostaggi”.

Le preoccupazioni del capo di stato maggiore delle IDF, il tenente generale Eyal Zamir, non sono state accolte con favore. Secondo la sua analisi, l’occupazione della Striscia rappresenterebbe un’operazione “troppo costosa, troppo rischiosa e sostanzialmente inutile”. Attualmente, le truppe israeliane controllano circa il 75% del territorio, e per completare l’occupazione, sarebbero necessarie risorse ed energie considerevoli. Il timore di una escalation della violenza e di possibili esecuzioni di ostaggi da parte di Hamas pesa notevolmente nelle valutazioni militari.

Il gabinetto di sicurezza israeliano, ora spaccato su questa questione cruciale, mostra un chiaro fossato tra i sostenitori dell’occupazione totale e coloro che propongono un cessate il fuoco. Mentre l’ala ultra-destra del governo supporta l’espansione delle operazioni, diverse figure di spicco, tra cui il capo di stato maggiore Zamir, chiedono invece un approccio più cauto.

In una mossa controversa, Netanyahu avrebbe avvertito Zamir che, se non fosse d’accordo con il piano, dovrebbe “dimettersi”. Questo ha innescato reazioni furiose, compresa l’accusa da parte di Yair Netanyahu, figlio del premier, che ha chiamato Zamir “ribelle” e ha insinuato un possibile colpo di stato.

Tuttavia, nonostante le polemiche interne, Netanyahu sembra trovare sostegno a livello internazionale. Il presidente americano Donald Trump ha offerto il suo supporto al premier israeliano, confermandogli il via libera per procedere con l’offensiva contro Hamas e affermando che non vi è spazio per un accordo.

Questo scenario complesso è aggravato da una crescente opposizione interna. Circa 600 ex funzionari della sicurezza israeliana hanno firmato un appello per porre fine alle ostilità, affermando che “questa non è più una guerra giusta”. Tra i firmatari ci sono figure illustri, come ex leader dei servizi di intelligence e l’ex primo ministro Ehud Barak.

Con le forze israeliane ora in uno stato di emergenza ridotto, considerato che “i battaglioni sono esausti”, il futuro delle operazioni nella Striscia di Gaza rimane incerto e carico di potenziali conseguenze sia per la popolazione civile che per la sicurezza regionale.

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