Trump rivela: "Ho 600 miliardi dagli europei per fare ciò che voglio"| Ma cosa nasconde realmente questo 'regalo'?
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Trump minaccia l’Europa: “600 miliardi di dollari e aumento dei dazi al 35%”
ROMA – Durante un incontro pubblico, Donald Trump ha rilasciato dichiarazioni incendiari riguardo ai rapporti con l’Europa e alla situazione geopolitica legata alla Russia. Secondo il Presidente degli Stati Uniti, “L’Europa mi regala 600 miliardi, ci faccio quel che voglio”, e ha minacciato di aumentare i dazi doganali al 35% se le promesse di investimento non saranno mantenute.
Trump ha presentato una nuova strategia per persuadere il Presidente russo Vladimir Putin a “smettere di uccidere persone”: secondo lui, basterebbe “abbassare il prezzo dell’energia di altri 10 dollari al barile”. In aggiunta, ha annunciato un inasprimento delle misure verso l’India per l’acquisto di petrolio russo, definito un contributo alla “macchina da guerra” di Mosca.
“Hanno abbassato i dazi” ha affermato Trump riguardo agli accordi con l’UE, sottolineando che l’abbattimento dei dazi dal 30 al 15% è stato possibile grazie a una presunta donazione di 600 miliardi di dollari. Ma “questo non è un prestito… è un regalo”, ha insistito, evidenziando una percezione distorta della realtà economica, dato che quegli investimenti coprono impegni preesistenti e non costituiscono affatto un assegno in bianco.
In merito ai farmaci, Trump ha gettato benzina sul fuoco, comunicando che le tariffe potrebbero salire fino al 250%, specificando che questo settore è “una categoria a parte” rispetto alle altre merci. Il suo obiettivo è chiaro: indurre le aziende a produrre farmaci negli Stati Uniti.
Tra le sue affermazioni più controverse, Trump ha dichiarato che i leader della NATO “fanno tutto quello che voglio io”, mostrando una certa fiducia nel suo potere di persuasione. In un contesto di crescente tensione internazionale e ribaltamenti nei rapporti commerciali, questa affermazione suscita preoccupazione sull’unità dell’alleanza transatlantica.
Non sono mancate neppure accuse alle banche, da Trump definite ostili nei suoi confronti, promettendo un ordine esecutivo per perseguirle: “Avevo centinaia di milioni. Eri pieno di contante, e mi hanno detto: Mi dispiace, signore, non possiamo averla con noi”.
Con queste dichiarazioni, Trump non solo riafferma la sua impronta sul panorama politico internazionale, ma mette in luce anche una visione della diplomazia e della politica commerciale che potrebbe avere serie ripercussioni. La community internazionale osserva con attenzione l’evoluzione di questa situazione, che minaccia di destabilizzare ulteriormente gli equilibri già precari.