43 miliardi di euro per l'estate da incubo | Scopri perché il conto climatico potrebbe devastare l'Europa!
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L’estate bollente in Europa costa 43 miliardi di euro: il conto della crisi climatica
Roma, 15 settembre 2025 – L’Europa ha messo il termometro al portafoglio e il risultato è allarmante: l’estate di caldo estremo, incendi, siccità e alluvioni ha comportato perdite economiche di almeno 43 miliardi di euro, equivalenti a circa lo 0,26% della produzione economica complessiva dell’Unione Europea. E le previsioni non sono positive: entro il 2029, i costi potrebbero aumentare fino a 126 miliardi.
I danni maggiori tra le nazioni del Mediterraneo
A guidare la triste classifica delle perdite sono Cipro, Grecia, Malta e Bulgaria, i quali hanno registrato impoverimenti superiori all’1% del loro valore aggiunto lordo. Seguono a ruota le consuete “vittime” del Mediterraneo: Spagna, Italia e Portogallo, già duramente colpiti da disastri naturali.
Uno studio “prudente” che sottostima i danni
Lo studio, realizzato da un gruppo di economisti di Mannheim e della Banca Centrale Europea, è stato definito “prudente”, un termine che evidenzia come l’analisi possa persino sottostimare la reale gravità della situazione. Infatti, il report non calcola i morti triplicati nelle città a causa dell’eccezionale ondata di calore di giugno, né considera i fermi dei cantieri dovuti alla calura o i disagi ferroviari provocati dalle inondazioni.
La crisi climatica, secondo gli esperti, ha reso “40 volte più probabili” gli eventi di temperatura estrema in Spagna e Portogallo e “10 volte più probabili” in Grecia e Turchia. Questi cambiamenti climatici non solo influiscono sulla vita quotidiana, ma hanno un costo economico diretto e indiretto che è difficile da quantificare.
I danni indiretti: un costo invisibile ma reale
Gli effetti indiretti dei disastri naturali si rivelano spesso i più subdoli. Con filtri di approvvigionamento spezzati e fabbriche distanti dai disastri che entrano in crisi, il costo totale dei danni può aumentare di un terzo rispetto alle sole perdite dirette. Stéphane Hallegatte della Banca Mondiale evidenzia che il PIL non riesce a raccontare la sofferenza causata da questi eventi, soprattutto se a essere colpiti sono i gruppi più vulnerabili.
Una situazione che richiede attenzione
In conclusione, la crisi climatica si sta rivelando non solo un problema ambientale, ma anche economico. L’unione europea deve affrontare questo conto salato con decisione, investendo in strategie di mitigazione e prevenzione per ridurre l’impatto futuro di eventi catastrofici. Se continueremo a sottovalutare il costo della crisi climatica, saremo costretti a pagare un prezzo ancor più alto, in termini di vite umane e di risorse economiche.