Anf boccia la riforma forense | È davvero il momento di tornare indietro?
ANF boccia la riforma forense di Nordio: serve un cambio radicale verso modernità e concorrenza! Scopri le critiche di Di Marco! ⚖️📜

ANF CONTRO LA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO FORENSE: UNA VISIONE OTTOCENTESCA
Bologna, 3 settembre 2025 – L’Associazione Nazionale Forense (ANF) ha espresso forti critiche nei confronti del disegno di legge sull’ordinamento forense, in una lettera aperta inviata al Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il segretario generale dell’ANF, Giampaolo Di Marco, ha definito la proposta inadeguata, sottolineando l’assenza di elementi fondamentali come la concorrenza e l’intelligenza artificiale.
Di Marco ha chiesto non solo di fermare l’attuale iniziativa legislativa, ma di avviare un vero e proprio confronto con tutte le componenti dell’avvocatura per realizzare una riforma autentica del settore. Secondo lui, la proposta attuale è ancorata a una concezione obsoleta della professione di avvocato, evidenziando che si tratta di una mera risistemazione della vigente legge, incentrata sulla difesa in giudizio e priva di innovazione.
MODERNIZZAZIONE DELLE ISTITUZIONI FORENSI
Nel suo intervento, Di Marco ha insistito sulla necessità di una “modernizzazione delle istituzioni forensi”, suggerendo che la riforma dovrebbe puntare verso una maggiore liberalizzazione e l’espansione in nuovi ambiti di consulenza legale. “Questa proposta non è ciò che l’avvocatura vuole né ciò di cui il mercato legale ha bisogno,” ha affermato.
Un elemento particolarmente critico è la proposta di reintrodurre il giuramento degli avvocati, sostituito dall’impegno solenne in passato per motivi di libertà di coscienza. “Ripristinare il giuramento significa riportare l’orologio dell’avvocatura indietro di molti decenni,” ha avvertito Di Marco.
CARENZE DELLA PROPOSTA RIFORMALE
Di Marco ha messo in evidenza che la proposta attuale mostra diverse carenze, in particolare per quanto riguarda la pubblicità professionale. Manca, infatti, l’affermazione della libertà del professionista di promuovere le proprie attività, creando così un ostacolo allo sviluppo della professione legale.
Inoltre, lo schema prevede che l’attività professionale si svolga solo in forma collettiva attraverso associazioni e reti professionali di avvocati, mantenendo un modello superato e poco dinamico. “Questa impostazione penalizza la capacità degli avvocati di espandere le loro attività e li mette in svantaggio competitivo rispetto ad altre categorie professionali,” ha aggiunto.
LIMITI E INCOMPATIBILITÀ
Un altro punto cruciale evidenziato da Di Marco riguarda la proposta di cambiamento del sistema elettorale per l’elezione dei consiglieri dell’Ordine. L’innalzamento del numero di mandati da due a tre per gli eletti è considerato inaccettabile, poiché compromette il rinnovamento democratico.
In merito al regime di incompatibilità, il segretario ha espresso preoccupazione per il fatto che rimanga sostanzialmente invariato rispetto a quello attuale, evidenziando che rappresenta un ostacolo significativo per l’ampliamento delle attività professionali.
MANCANZA DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Infine, Di Marco ha lamentato l’assenza di disposizioni riguardanti l’uso dell’intelligenza artificiale nella professione legale, definendola “una mancanza sorprendente.” Ha dichiarato che sarebbe opportuno che il Governo considerasse la riforma dell’ordinamento forense come un argomento autonomo rispetto alla più ampia riforma delle professioni, sottolineando la specificità del ruolo dell’avvocato.
In conclusione, la lettera di Di Marco mette in luce le necessità urgenti di rinnovamento e innovazione nel settore legale, chiedendo un approccio che possa realmente rispondere alle sfide contemporanee della professione.