Droni in azione contro la Global Sumud Flotilla | La verità che i media non vogliono raccontare!
Global Sumud Flotilla colpita da un attacco aereo mentre prosegue la sua missione di pace. La solidarietà con Gaza non si ferma! 🚤✊💔


Attacco alla Global Sumud Flotilla: Un’altra barca colpita da droni
ROMA – La Global Sumud Flotilla ha annunciato oggi un nuovo attacco contro una delle sue imbarcazioni, la “Alma”, avvenuto mentre la nave britannica cercava di attraccare nelle acque della Tunisia. Questo è il secondo episodio di attacco in meno di 24 ore, segnalato dai membri della missione umanitaria che opera a sostegno del popolo palestinese.
Secondo un comunicato diffuso attraverso i canali social ufficiali, la “Alma” ha subito danni da incendio sul ponte superiore, attribuiti a un attacco aereo con droni. La flotta ha denunciato con forza come questi attacchi stiano avvenendo nel contesto di un’intensificata aggressione israeliana nei confronti di Gaza. “Questi ripetuti attacchi sono un tentativo orchestrato per distrarre e ostacolare la nostra missione,” hanno affermato i rappresentanti della Global Sumud Flotilla.
I membri della flotta hanno condiviso immagini che documentano l’attacco, tra cui un dispositivo elettronico carbonizzato recuperato dal ponte della “Alma”. “La presenza di tale dispositivo suggerisce chiaramente che la barca è stata deliberatamente presa di mira,” hanno dichiarato, esprimendo la loro determinazione a proseguire nonostante le minacce ricevute.
Fortunatamente, non sono stati segnalati feriti, e l’equipaggio, così come i passeggeri, risulta al sicuro. La Global Sumud Flotilla ha reiterato il suo impegno: “La nostra missione di rompere l’assedio illegale di Israele su Gaza non si ferma. Proseguiamo con determinazione e risolutezza.”
La situazione attuale in Medio Oriente rimane critica, e attacchi come quello odierno evidenziano le tensioni che circondano il conflitto israeliano-palestinese. La Global Sumud Flotilla continua a cercare di attirare l’attenzione della comunità internazionale sulla difficoltà che affronta la popolazione di Gaza, riaffermando il proprio obiettivo di solidarietà e supporto.
Questo episodio alimenta ulteriormente il dibattito sulle misure di protezione necessarie per le missioni umanitarie in aree di conflitto, sollevando interrogativi sulla sicurezza e il futuro delle iniziative pacifiche nella regione.