Gino Cecchettin sfida il dolore | Perché l'odio non è la risposta giusta dopo una tragedia.

Gino Cecchettin parla di amore e perdono dopo la perdita di Giulia. Scopri il suo messaggio di speranza e rispetto per costruire relazioni sane. 💖✨

A cura di Redazione Redazione
12 settembre 2025 12:52
Gino Cecchettin sfida il dolore | Perché l'odio non è la risposta giusta dopo una tragedia. -
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Gino Cecchettin oltre il dolore per Giulia: “La rabbia non vi dà potere. Non odio Filippo”

ROMA – Gino Cecchettin, padre della giovane Giulia, ha condiviso la sua storia di dolore e resilienza nella seconda giornata della Summer School della Scuola di Politiche, fondato da Enrico Letta e diretto da Grazia Iadarola. Durante un’intervista con Serena Bortone, Cecchettin ha toccato temi profondi legati alla sua perdita e alla gestione delle emozioni.

“Da quando mia figlia Giulia non c’è più, il dolore è una costante della mia esistenza,” ha rivelato Cecchettin, sottolineando l’importanza di onorare la vita quotidiana. “Sarebbe scorretto nei confronti di Giulia non farlo,” ha aggiunto, riflettendo su come la sua famiglia, in particolare la figlia Elena, ha affrontato il lutto.

Il suo discorso ha preso una piega sorprendente quando ha affermato: “Non riesco a provare odio.” Questa consapevolezza gli ha permesso, secondo le sue parole, di pronunciare il nome di Filippo, l’individuo coinvolto nella tragica storia di Giulia. “Odiare significa provocare ulteriore male a noi stessi,” ha spiegato, promuovendo una visione che va oltre la vendetta e il rancore.

Cecchettin ha auspicato un cambiamento culturale: “Ogni giorno ci si dovrebbe alzare pensando a cosa si potrebbe fare per l’altro.” Questo messaggio di speranza è rivolto non solo agli studenti presenti, ma anche a tutta la società. I partecipanti alla Summer School, provenienti da varie parti d’Italia, hanno ascoltato con attenzione le sue parole.

Sottolineando il fine della Fondazione creata in memoria di Giulia, Cecchettin ha evidenziato l’importanza della cultura del rispetto e dell’educazione affettiva. Ha condiviso la sua convinzione che Filippo, se avesse meglio gestito le proprie emozioni, avrebbe potuto evitare il tragico epilogo della storia. “Se lo avesse fatto, probabilmente Giulia si sarebbe laureata, Filippo avrebbe avuto una relazione sana,” ha affermato, illustrando come sarebbe potuta essere la vita delle due famiglie.

Con il suo libro e l’impegno nella Fondazione, Cecchettin intende fare “rumore” per produrre un cambiamento significativo nella società, con la speranza di salvare “un’altra Giulia” da simili destini tragici.

In un contesto in cui la violenza e i conflitti emozionali sono sempre più presenti, il messaggio di Gino Cecchettin risuona come un invito all’amore e alla comprensione, proponendo una via di uscita dal dolore attraverso l’emozione e la riflessione.

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