La morte di Federico Aldrovandi | Perché oggi potrebbe non esserci giustizia per un nuovo caso simile?

Ricorda Federico Aldrovandi, ucciso 20 anni fa. Un padre racconta la lotta per giustizia e il dolore che non svanisce. La sicurezza oggi? ⚖️💔

A cura di Redazione Redazione
25 settembre 2025 12:19
La morte di Federico Aldrovandi | Perché oggi potrebbe non esserci giustizia per un nuovo caso simile? -
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Aldrovandi: un Padre Riflessione dopo 20 Anni di Dolore e Giustizia Incompleta

BOLOGNA – Venti anni dopo l’omicidio di Federico Aldrovandi, avvenuto il 25 settembre 2005, la lotta per giustizia continua. “Nel ricordo di Federico, il nostro dolore è un ergastolo”, afferma Lino Aldrovandi, padre del ragazzo, ucciso a soli 18 anni da quattro agenti di polizia a Ferrara. Il tragico anniversario si accompagna a un’intitolazione commemorativa del luogo del delitto, ma la questione della giustizia rimane irrisolta.

“Un Federico di oggi non avrebbe neanche quel minimo di giustizia”, dichiara Lino, che si trova a riflettere sulla situazione attuale delle leggi e della sicurezza in Italia. A distanza di due decenni, molti si chiedono se un caso simile potrebbe avere un esito diverso oggi. “Le leggi promulgate e la mentalità di certi politici mi fanno temere che la giustizia possa essere ancora più elusiva”, continua.

La storia di Federico Aldrovandi inizia il 25 settembre 2005, quando un ragazzo torna a casa da una serata con gli amici e perde la vita in un incontro mortale con la polizia. La versione iniziale della vicenda, che lo presentava come un tossicodipendente, fu smontata dalla verità: il giovane presentava ben 54 lesioni, segno di un pestaggio brutale.

Lino e la moglie Patrizia hanno dedicato gli anni successivi a far emergere la verità, ottenendo nel 2009 la condanna dei poliziotti coinvolti. Tuttavia, la pena fu ridotta a sei mesi grazie a un indulto, lasciando Lino con una rabbia difficile da esprimere: “Dopo soli sei mesi, quegli individui, non riesco a chiamarli poliziotti, sono stati reintegrati senza disonore”.

Oggi, il padre di Federico riflette su ciò che sarebbe potuto essere. “Oggi Federico avrebbe 38 anni. Sappiamo tutti che la giustizia non basta a colmare un vuoto incolmabile”, dice. Raccontando i primi momenti di vita di Federico, Lino dipinge un quadro di speranza e tenerezza, un giovane uomo che avrebbe potuto realizzare i suoi sogni e contribuire alla società come vigile del fuoco.

Ma il dolore persiste. La mancanza di un figlio fa sì che il ricordo di Federico sia sempre vivo: “A me, mamma Patrizia e nostro figlio Stefano, è rimasto un dolore che cresce nel tempo”. La famiglia di Aldrovandi vive con il peso di un’ingiustizia mai veramente riparata, lasciando un forte senso di impotenza nei confronti delle istituzioni.

“Oggi occorre prestare attenzione alla sicurezza”, avverte Lino, che, in quanto ex poliziotto, è molto consapevole delle dinamiche del settore. “L’abuso del taser e l’eccessiva violenza da parte delle forze dell’ordine sono problematiche da affrontare con urgenza”, avverte, mostrando preoccupazione per un futuro che potrebbe rivelarsi tanto oscuro quanto il passato.

La storia di Federico Aldrovandi rimane una ferita aperta, un monito per le istituzioni e per la società, affinché simili tragédie non si ripetano mai più. La battaglia di Lino e Patrizia continua: in nome di Federico, per tutte le vittime di ingiustizie e per un sistema che deve migliorare.

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