Mille in piazza per Gaza | È davvero solo una protesta o l'inizio di un movimento irreversibile?

Corteo a Bologna per Gaza: “Blocchiamo tutto”

BOLOGNA – Un afflusso massiccio di manifestanti ha invaso le strade di Bologna nella serata di ieri, rispondendo a un appello che ha fatto il giro del web in seguito all’operazione “Attacco finale” condotta dall’esercito israeliano a Gaza City. Almeno mille persone si sono radunate sotto la statua del Nettuno, in un presidio che si è poi trasformato in un corteo vibrante e appassionato.

Gli striscioni, tra cui si leggevano frasi come “Gaza brucia” e “Basta complicità con il sionismo”, hanno reso palpabile il forte senso di solidarietà verso il popolo palestinese. “Il 22 blocchiamo tutto”, hanno promesso i manifestanti attraverso un impianto di amplificazione, annunciando un innovativo sciopero generale che promette di mobilitare maggiormente l’opinione pubblica.

Tra le voci che si sono levate durante l’incontro, una studentessa ha evidenziato una “importante vittoria” ottenuta nel proprio Ateneo. Il Consiglio degli studenti ha infatti approvato una mozione contro gli accordi tra l’università e Israele, un passo significativo per rendere la voce degli studenti sempre più forte e incisiva.

“Palestina libera” è stato uno dei cori più scanditi, attestando un forte sostegno anche alla missione della Global Sumud Flotilla e alle varie forme di boicottaggio intraprese contro Israele negli ultimi mesi. Il messaggio era chiaro: il corteo rappresenta una risposta diretta a quello che i manifestanti definiscono un “genocidio, colonialismo e occupazione”.

Il corteo, che ha attraversato le strade di Bologna, ha visto una grande partecipazione, avallando il desiderio collettivo di continuare a mobilitarsi. I giovani manifestanti hanno ribadito “sappiamo da che parte stare”: la loro volontà è quella di spingere il Governo a prendere una posizione chiara contro Israele.

La manifestazione di ieri sera fa parte di un movimento più ampio che continua a crescere, unendo le voci di chi crede nell’importanza della pace e della giustizia in Medio Oriente.