Usa, torna rischio shutdown: Trump minaccia licenziamenti federali

(Adnkronos) - Mercoledì prossimo negli Stati Uniti potrebbe scattare un nuovo shutdown delle attività del governo, a causa della mancata approvazione della legge di spesa. Previsto dall'Antideficiency Act, lo shutdown prevede un arresto

A cura di Adnkronos Adnkronos
26 settembre 2025 14:46
Usa, torna rischio shutdown: Trump minaccia licenziamenti federali -
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(Adnkronos) - Mercoledì prossimo negli Stati Uniti potrebbe scattare un nuovo shutdown delle attività del governo, a causa della mancata approvazione della legge di spesa. Previsto dall'Antideficiency Act, lo shutdown prevede un arresto immediato delle attività governative non essenziali fino a quando non arrivi l'approvazione di una legge di spesa o di una misura transitoria, il cosiddetto 'stopgap bill', la legge tappabuchi.  

Per centinaia di migliaia dei dipendenti federali, che lo scorso novembre erano circa 3 milioni considerando anche i militari, scatterebbe immediatamente il 'furlough", vale a dire la sospensione senza stipendio, che però verrebbe pagato poi loro in ritardo una volta approvata la legge di spesa. Invece i dipendenti federali a contratto non saranno ricompensati per le giornate lavorative perse, scrive il Time magazine.  

Non tutti i lavoratori sospesi rimarranno a casa, i dipendenti dei settori ritenuti essenziali, come sanità, difesa, forze dell'ordine e controllo del traffico aereo, dovranno lavorare senza paga. Anche gli agenti dell'Ice, l'Immigration and Customs Enforcement, agenzia cruciale per la politica anti-immigrati dell'amministrazione Trump, continueranno a lavorare, assicurando l'operatività dei centri di detenzione migranti. Mentre ci potrà essere un ritardo nelle udienze per molti casi di immigrazione.  

Almeno queste le regole seguite nei precedenti shutdown, l'ultimo dei quali avvenuto durante la prima amministrazione Trump, tra il 2018 e il 2019 e durato 35 giorni, ma questa volta la Casa Bianca minaccia di rendere lo shutdown ancora più doloroso per i dipendenti federali, che sono stati sin dal primo giorno dell'amministrazione Trump un obiettivo principale di attacchi e intimidazioni che hanno portato alla perdita di 200mila posti di lavoro federali. L'Ufficio di gestione e bilancio ha infatti ordinato alle agenzie federali di preparare piani di veri e propri licenziamenti, e non sospensioni, di dipendenti federali di programmi non ritenuti in linea con le priorità dell'amministrazione Trump.  

Nonostante gli addetti al controllo del traffico aereo e alla sicurezza negli aeroporti che fanno capo alla Transportation Security Administration (Tsa) siano considerati lavoratori essenziali e quindi chiamati a lavorare durante lo shutdown, in caso di una lunga durata si potranno avere problemi per il traffico aereo. Sette anni fa infatti molti ufficiali del Tsa, costretti a lavorare per settimane senza paga, si misero in malattia, portando a rallentamenti e file ai controlli. Lo stesso successe per mancanza di controllori del traffico aereo all'aeroporto newyorkese di LaGuardia. 

Non ci dovrebbero essere problemi per il pagamento delle pensioni e altri assegni di welfare, il Social Security negli Usa, come anche per Medicare e Medicaid, le due assistenze sanitarie pubbliche per anziani e cittadini a basso reddito. Ma nei passati shutdown le agenzie, a causa della sospensione di migliaia di dipendenti, furono costrette a diminuire alcuni servizi di assistenza al pubblico. Anche i servizi del Postal Service, che si autofinanziano con le proprie entrate, dovrebbero non interrompere la consegna di posta e pacchi. Mentre invece lo shutdown porterà alla chiusura forzata di tutti i parchi nazionali e i musei federali di Washington, gli Smithsonian museum. Il National Park Service ha stimato che durante lo shutdown del 2013, che durò 13 giorni durante l'amministrazione di Barack Obama, si perse mezzo milione di dollari di introiti per le visite ai parchi.  

Gli ultimi anni di politica americana sempre più polarizzata ci hanno abituato ad accordi tra i due partiti arrivati all'ultimo minuto disponibile per evitare lo shutdown, ma quest'anno la maggioranza repubblicana e la minoranza democratica, che deve dare al Senato almeno sette voti decisivi per il passaggio della legge di spesa, sono, a pochi giorni dalla scadenza, bloccati in uno stallo che appare difficile da superare.  

In particolare, i democratici chiedono in cambio dei loro voti misure per garantire l'estensione dell'Obamacare, per evitare che i drastici tagli varati da Trump lascino entro la fine dell'anno moltissimi americani senza assistenza sanitaria, il ripristino dell'aiuto all'estero e dei soldi per le emittenti pubbliche, sempre finiti sotto l'accetta della nuova amministrazione. I repubblicani considerano le richieste inaccettabili, chiedendo invece ai democratici di approvare una stopgap per continuare a negoziare evitando lo shutdown la cui responsabilità, affermano, ricadrebbe sui dem.  

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