Willy, un giovane Esemplare: come la sua storia ha cambiato il modo di vedere la violenza in Italia | La verità che nessuno vuole ammettere.
Mattarella ricorda Willy a Colleferro: un giovane esemplare, vittima di violenza. Un messaggio di speranza e unità per il futuro. ✊💔


Mattarella a Colleferro nel ricordo di Willy a cinque anni dalla sua morte: “Un italiano esemplare”
Colleferro, 16 settembre 2025 – Oggi si è svolta una toccante cerimonia per commemorare Willy Monteiro Duarte, il giovane di ventun anni di origini capoverdiane, tragicamente scomparso il 6 settembre 2020. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato presso Palazzo Morandi la madre e la sorella di Willy, rinnovando la sua vicinanza alla famiglia.
“Willy è un italiano esemplare”, ha dichiarato Mattarella, sottolineando il coraggio del giovane, il quale ha perso la vita intervenendo per difendere un amico da un’aggressione. Il Presidente ha voluto rendere omaggio alla memoria del ragazzo, ricordando la dinamica brutale e insensata del suo omicidio, avvenuto nel tentativo di evitare un conflitto.
In un accorato intervento in Piazza Willy, il Capo dello Stato ha citato un pensiero di Benedetto Croce, affermando che “la violenza non è forza ma debolezza”, un richiamo alla necessità di contrastare l’odio che spesso alimenta episodi di violenza nel nostro società. “Willy è un nostro ragazzo, ucciso da una violenza cieca e brutale. Ricordiamo con affetto Willy insieme alla sua famiglia e agli amici e non dimentichiamo, ha esortato Mattarella.
La vicenda di Willy è ancora presente nella memoria collettiva di Colleferro, e il Presidente ha sottolineato l’importanza di unire le forze per contrastare l’odio. “L’odio moltiplica l’odio”, ha aggiunto, citando Martin Luther King. Mattarella ha invitato tutti a riflettere sull’eredità di Willy, un giovane che ha mostrato un grande senso di solidarietà e altruismo.
Oltre agli omaggi, la giustizia per Willy ha trovato compimento: il processo ha visto i responsabili della sua morte, il “branco” composto dai fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, condannati a pene severissime. Marco Bianchi è stato condannato all’ergastolo, mentre Gabriele ha ricevuto una pena di 28 anni. Le sentenze sono state confermate dalla Corte d’Appello di Roma e ulteriormente confermate dalla Cassazione.
Questa commemorazione serve non solo a ricordare Willy, ma anche a rinnovare l’impegno collettivo contro la violenza, affinché simili tragedie non si ripetano mai più. La figura di Willy rimane un simbolo di coraggio e dignità, un faro di speranza per una società che deve continuare a lottare per la pace e la giustizia.