Attentato a Ranucci, il giornalista: "No a strumentalizzazioni politiche"

(Adnkronos) - Dopo l'attentato ai suoi danni avvenuto nei giorni scorsi, Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report, vorrebbe ''che si evitasse di strumentalizzare a livello politico perché credo che non abbia senso. La storia

A cura di Adnkronos Adnkronos
20 ottobre 2025 09:33
Attentato a Ranucci, il giornalista: "No a strumentalizzazioni politiche" -
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(Adnkronos) - Dopo l'attentato ai suoi danni avvenuto nei giorni scorsi, Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report, vorrebbe ''che si evitasse di strumentalizzare a livello politico perché credo che non abbia senso. La storia d'Italia ci dice che dal dopoguerra noi abbiamo pagato un prezzo altissimo, forse il più alto al mondo, di giornalisti uccisi per fare il loro lavoro, per le loro scelte di informare in maniera completa. Noi abbiamo 30 giornalisti che sono stati uccisi perché hanno raccontato il terrorismo nero, il terrorismo rosso, la criminalità organizzata, i conflitti nel mondo".  

"Quindi credo - ha aggiunto il cronista intervenendo oggi ad 'Agorà' su Rai3 - che quando accadono queste cose bisogna liberarsi dalle ideologie intanto e cominciare a capire che è importante non delegittimare i giornalisti mentre lavorano, aiutarli a non sbagliare perché il giornalismo d'inchiesta è anche questo e soprattutto metterli in condizioni anche con gli strumenti di poter realizzare il loro lavoro con tranquillità. E non penso a noi che abbiamo la Rai, che è una grande azienda e ti tutela anche dal punto di vista legale che è tantissimo''. 

''Credo che bisogna dare gli strumenti a tutti quei colleghi della stampa locale: ci sono colleghi che sono non pagati, questo ce lo dice anche l'Europa, che non hanno l'equo compenso, che vivono in territori complicatissimi - aggiunge -. Secondo l'associazione Ossigeno ci sono 516 giornalisti minacciati in Italia, che significa non pagati, presi a parolacce, intimidazioni fisiche o peggio ancora sotto tutela o scorta e pluriquerelati e però i giornalisti locali non hanno alla spalle una grande azienda e spesso sono preda del mobbing, di rivalse dell'imprenditore arrogante, del criminale del posto o del politico che non vuole che si facciano inchieste su di lui. Spesso le tre figure coincidono in un'unica che è l'editore''. 

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