Bambini denutriti creati dall’AI | La nuova era del "poverty porn" ti sorprenderà!

Scopri il controverso fenomeno delle immagini AI di povertà. Una nuova era di “poverty porn” che solleva interrogativi etici! 🤔📸

A cura di Redazione Redazione
20 ottobre 2025 11:49
Bambini denutriti creati dall’AI | La nuova era del "poverty porn" ti sorprenderà! -
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La nuova frontiera del “poverty porn”: l’uso di immagini di bambini denutriti create dall’intelligenza artificiale

Roma, 20 ottobre 2025 – L’affaccio dell’intelligenza artificiale nel mondo della fotografia ha portato a sviluppi sorprendenti e, al contempo, inquietanti. Tra i fenomeni più controversi, spicca l’uso crescente di immagini di povertà estrema, realizzate interamente tramite AI, che stanno invadendo i siti di foto stock e diventando parte integrante delle campagne promosse dalle Ong. Questo trend è stato descritto dal Guardian come una nuova era del “poverty porn”.

Noah Arnold, rappresentante dell’organizzazione svizzera Fairpicture, ha testimoniato come “ovunque, le persone lo stanno utilizzando.” Alcuni di questi soggetti usano tali immagini apertamente, mentre altri sono in fase di sperimentazione. La questione non è solo etica, ma anche economica: l’uso di fotografie generate artificialmente consente di bypassare i problemi di consenso e di abbattere i costi di produzione.

Il ricercatore Arsenii Alenichev ha condotto uno studio in cui ha raccolto oltre cento casi di immagini sintetiche di “povertà estrema”, utilizzate da Ong e privati per scopi di sensibilizzazione. In un articolo pubblicato su The Lancet Global Health, ha definito questo fenomeno come “pornografia della povertà 2.0”, evidenziando come le scene siano costruite per sollecitare non empatia, ma pietà. Volti sporchi, piatti vuoti e paesaggi desolati sono ricorrenti in queste immagini, destinate a evocare una reazione emotiva.

“Le immagini IA sono economiche e non comportano problemi di autorizzazione,” afferma Alenichev, sottolineando una tendenza allarmante. Infatti, su piattaforme come Adobe Stock e Freepik, digitando “povertà”, è possibile imbattersi in decine di immagini generate artificialmente, descritte con frasi stereotipate come “bambino fotorealistico in un campo profughi”.

Questa misoginia visiva ha suscitato proteste da parte di studiosi e professionisti. Il CEO di Freepik, Joaquín Abela, ha risposto alle accuse di razzismo definendo che “la responsabilità è degli utenti, non delle piattaforme,” ma molti esperti sostengono che le aziende dovrebbero assumersi la responsabilità di ciò che promuovono.

Anche le Ong hanno mostrato un crescente interesse nell’uso di immagini create dall’IA. Nel 2023, la filiale olandese di Plan International ha diffuso un video creato artificialmente per denunciare i matrimoni precoci, mentre le Nazioni Unite hanno utilizzato ricostruzioni digitali di violenze in Burundi, successivamente ritirate a causa delle polemiche.

Kate Kardol, consulente di una Ong, ha descritto questa emergenza come “un passo indietro doloroso.” Dopo anni di lotte contro la pornografia della povertà, si vede ora una ripresa di questa pratica anche in contesti dove le persone non esistono.

Quest’ultimo sviluppo solleva interrogativi etici e morali, ponendo l’accento sulla necessità di una riflessione profonda sull’uso delle immagini e la rappresentazione della sofferenza umana nel contesto moderno. Con queste pratiche sempre più diffuse, il rischio di deumanizzare i soggetti rappresentati è palpabile, e la ricerca di un equilibrio tra efficacia comunicativa e rispetto per la dignità umana diventa sempre più urgente.

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