Decimo ostaggio identificato | Le famiglie israeliane accusano il governo di abbandono!

Israele identifica il decimo ostaggio morto, Eliyahu Margalit. La famiglia è in lutto. Le proteste in arrivo: chi chiede giustizia? 🇮🇱💔

A cura di Redazione Redazione
18 ottobre 2025 10:41
Decimo ostaggio identificato | Le famiglie israeliane accusano il governo di abbandono! -
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Israele Identifica Il Corpo Dell’Ottavo Ostaggio Morto Restituito Da Hamas

Identificato Eliyahu “Churchill” Margalit, 75 anni, nel contesto del conflitto in corso

ROMA – Le autorità israeliane hanno confermato l’identificazione del corpo di Eliyahu “Churchill” Margalit, un uomo di 75 anni, il quale è stato recentemente restituito da Hamas e riconsegnato alla Croce Rossa nella Striscia di Gaza. Il decesso di Margalit risale al 7 ottobre 2023, allorché fu ucciso durante un attacco al kibbutz di Nir Oz, situato nel sud di Israele.

La divisione IDF (Israeli Defense Forces) ha comunicato di aver informato la famiglia dell’esito delle analisi condotte dal Centro nazionale di medicina legale. “Margalit era un nonno affettuoso di tre nipoti”, ha dichiarato la famiglia, in un momento di profonda tristezza e riflessione.

Questo rappresenta il decimo corpo di ostaggio restituito da Hamas, su un totale di 28 ancora trattenuti. È importante notare che la figlia di Eliyahu, Nili Margalit, era stata liberata nel novembre 2023 come parte di un accordo di scambio tra le parti coinvolte nel conflitto.

In un comunicato ufficiale, l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito il fermo impegno del governo israeliano: “Non risparmieremo alcuno sforzo finché tutti gli ostaggi e i caduti non saranno riportati a casa.” Tuttavia, il contesto che circonda gli accordi di cessate il fuoco sta suscitando molte critiche: numerose famiglie israeliane hanno accusato il governo di aver abbandonato i propri cari accettando condizioni che considerano insufficienti.

In questo clima di tensione e incertezze, è prevista per sabato sera una manifestazione nella Piazza degli Ostaggi di Tel Aviv, dove i cittadini solleveranno le loro voci per chiedere giustizia e verità per gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

Hamas, dal canto suo, ha giustificato i ritardi nella restituzione dei corpi, citando “problemi tecnici” e la necessità di scavare tra le macerie con mezzi pesanti, in particolare nella devastata zona di Khan Younis, flagellata dai bombardamenti israeliani.

La situazione rimane tesa e complessa, mentre Israele e Hamas continuano a navigare un conflitto che ha già avuto un impatto devastante sulle vite di molti cittadini, creando un profondo senso di ansia e incertezza per le famiglie coinvolte.

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