Marwan Barghouti in isolamento | Perché il "Nelson Mandela palestinese" rappresenta un pericolo per Israele?

Scopri chi è Marwan Barghouti, il "Nelson Mandela palestinese", e il suo impatto sul conflitto israelo-palestinese. 🔍✊

A cura di Redazione Redazione
09 ottobre 2025 15:09
Marwan Barghouti in isolamento | Perché il "Nelson Mandela palestinese" rappresenta un pericolo per Israele? -
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Chi è Marwan Barghouti, “il prigioniero più importante”

Marwan Barghouti, noto per il soprannome di “Nelson Mandela palestinese”, è tornato al centro della scena internazionale nel contesto dei recenti negoziati per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Da oltre due decenni in carcere, Barghouti è considerato uno dei leader più influenti della causa palestinese, ma la sua libertà continua a essere un tema controverso.

Il rilascio di Barghouti è stato richiesto da Hamas durante le trattative tenute a Doha, finalizzate alla creazione di un governo tecnico. Tuttavia, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fermamente opposto il rilascio, definendo Barghouti un “emblema del terrorismo” e affermando che non lascerà mai il carcere.

A 66 anni, Barghouti ha trascorso la maggior parte della sua vita in prigione. Arrestato da Israele nel 2002 e condannato a diversi ergastoli, è rimasto dietro le sbarre per il suo ruolo nella seconda Intifada. Nonostante ciò, ha mantenuto una notevole influenza, specialmente tra i giovani palestinesi, che non hanno mai conosciuto nuove elezioni sia nella Cisgiordania sotto l’Autorità Nazionale Palestinese, sia nella Striscia di Gaza, governata da Hamas. Le ultime elezioni risalgono al 2006.

Barghouti, cresciuto nel movimento Fatah, è un simbolo della lotta palestinese. Si è unito all’ala giovanile di Fatah a soli 15 anni e ha raggiunto vette significative, diventando segretario generale del movimento. Nonostante le accuse di terrorismo, si è sempre proclamato innocente, continuando la sua lotta per la fine dell’occupazione israeliana e del regime di apartheid.

Secondo Khalil Shikaki, direttore del Palestinian Center for Policy and Survey Research, “Barghouti è percepito come un eroe nazionale, un uomo integro, non macchiato dalla corruzione”. La sua figura viene vista come un unificatore in grado di riconciliare le varie fazioni palestinesi. L’Economist lo ha definito “il prigioniero più importante del mondo”, evidenziando il suo potenziale ruolo nel porre fine al conflitto, ma il governo israeliano continua a negargli qualsiasi opportunità.

Recentemente, Barghouti è stato trasferito in isolamento, con l’accusa di pianificare una terza intifada. L’isolamento è stato deciso in un momento in cui la violenza in Cisgiordania e a Gaza stava raggiungendo un picco. A metà agosto, il ministro della Sicurezza Interna israeliana, Itamar Ben-Gvir, lo ha visitato in prigione, sollevando preoccupazioni riguardo alle minacce espresse, come confermato da canali israeliani.

La famiglia di Barghouti ha espresso inquietudine sul suo stato di salute, notando un evidente deterioramento, mentre il ministro, secondo alcuni resoconti, avrebbe lanciato minacce dirette. Le immagini recenti mostrano un Barghouti affaticato, con un volto emaciato, destando allarmismo tra i suoi sostenitori.

Barghouti, simbolo di una lotta che va oltre le sue sbarre, continua a tenere il mondo con il fiato sospeso, rappresentando la complessità della questione palestinese e i dilemmi della libertà e della giustizia nel conflitto israelo-palestinese.

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