Mediobanca, Jonella Ligresti fa causa a Nagel per 20 milioni
(Adnkronos) - Jonella Ligresti fa causa (civile) ad Alberto Nagel e a Mediobanca. Lo apprende l'Adnkronos. La figlia dell'ex patron di Fonsai Salvatore Ligresti batte cassa dopo il recente addio dell'ex amministratore delegato di Piazze


(Adnkronos) - Jonella Ligresti fa causa (civile) ad Alberto Nagel e a Mediobanca. Lo apprende l'Adnkronos. La figlia dell'ex patron di Fonsai Salvatore Ligresti batte cassa dopo il recente addio dell'ex amministratore delegato di Piazzetta Cuccia e per la prima volta chiede al top manager e all’istituto di credito il risarcimento del danno morale, oltre che per le perdite patrimoniali. Con la richiesta di adempimento firmata da un noto avvocato civilista, il 'papello' torna d'attualità. Da quanto si apprende la cifra chiesta da Jonella Ligresti, l'unica della famiglia ad adire per vie legali, è di oltre 20 milioni di euro. La somma non è del tutto quantificabile: se nel 'papello' ci sono cifre precise, non mancano neppure beni che dovranno essere singolarmente valutati.
Al centro della disputa il documento del 17 maggio 2012 che avrebbe stabilito le condizioni per la fusione tra i gruppi assicurativi Fonsai e Unipol. I fogli aventi come intestazione 'Accordi tra Famiglia e Nagel Pagliaro Cimbri Ghizzoni' finirono per mesi sui giornali, non solo nelle pagine di finanza ma anche della cronaca giudiziaria. Il testo conteneva i desiderata della famiglia Ligresti per l'uscita di scena da Fonsai, un addio dal costo di circa 60 milioni di euro. La promessa includeva, tra l'altro, l'indicazione di "45 milioni netti" più "700 mila euro all’anno per cinque anni a testa" per quattro membri della famiglia, buonuscite e consulenze per Jonella, Giulia e Paolo Ligresti (i figli dell’Ingegnere morto nel maggio 2018, ndr.); più uso gratuito di uffici e foresterie a Milano e del Tanka Village in Sardegna.
L'accordo segreto scritto a mano da Jonella Ligresti, siglato da Nagel e sottoscritto da Salvatore Ligresti, venne custodito (come dimostrarono le indagini della Procura di Milano) in una cassaforte dall’avvocata Cristina Rossello, allora segretaria del patto di sindacato di Mediobanca. Quei tre foglietti, che non portarono a nulla sotto il profilo penare, potrebbero ora avere un costo per Nagel e Mediobanca. (di Antonietta Ferrante)