Sheikh Hasina a processo per omicidi di massa | La verità dietro la sua lunga carriera da leader al potere!

Ex premier del Bangladesh, Sheikh Hasina, a processo per la repressione letale delle proteste: chiesta la pena di morte. Cosa significa per il futuro politico? ⚖️🇧🇩

A cura di Redazione Redazione
16 ottobre 2025 17:43
Sheikh Hasina a processo per omicidi di massa | La verità dietro la sua lunga carriera da leader al potere! -
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L’ex premier del Bangladesh Sheikh Hasina a processo: chiesta la pena di morte per la repressione delle proteste

In un clamoroso sviluppo politico, la procura del Bangladesh ha richiesto la pena di morte per l’ex premier Sheikh Hasina, accusata di essere responsabile della repressione “letale” delle proteste che si sono verificate tra luglio e agosto 2024. In queste manifestazioni, che hanno visto scendere in strada milioni di cittadini, 1.400 persone hanno perso la vita, evento che ha scosso profondamente la nazione.

Il procedimento legale, iniziato il primo giugno a Dhaka, si sta svolgendo in contumacia, dato che Hasina si trova attualmente in esilio in India. La leader, che ha governato in totale per vent’anni, si è dimessa nell’estate del 2024, dopo che un movimento di protesta, prevalentemente guidato da giovani e studenti universitari, ha chiesto con forza un cambiamento, denunciando la corruzione e la mancanza di spazi democratici.

“Chiediamo la pena più severa per lei,” ha dichiarato il procuratore capo Tajul Islam. In un’intervista ai giornalisti, il procuratore ha sottolineato l’importanza della responsabilità legale per le vittime, affermando che “per un singolo omicidio, la regola è una sola condanna alla pena di morte. Per 1.400 omicidi, dovrebbe essere condannata 1.400 volte, ma poiché ciò non è umanamente possibile, ne chiediamo almeno una”. In aula, ha descritto Hasina come “la mente e principale artefice” delle violenze, mirando a mantenere il controllo del potere per sé e la sua famiglia.

Sheikh Hasina, figlia del primo presidente e primo ministro del Bangladesh, Sheikh Mujibur Rahman, è ora al centro di una tempesta legale. Il procedimento coinvolge anche altre figure chiave della sua amministrazione, tra cui l’ex ministro degli Interni Asaduzzaman Khan Kamal, attualmente latitante, e l’ex capo della polizia Chowdhury Abdullah Al-Mamun, già in custodia cautelare e colpevole. La procura ha richiesto la pena capitale anche per Kamal.

In quasi cinque mesi di udienze, decine di vittime e testimoni delle manifestazioni hanno fornito testimonianze devastanti. A complicare ulteriormente la situazione, un mandato d’arresto è stato emesso recentemente dal Tribunale per i crimini internazionali del Bangladesh, mirato non solo a Hasina ma anche a 29 ex funzionari e ufficiali delle Forze armate. Questo sviluppo ha creato una frattura all’interno delle istituzioni politiche e militari della nazione.

La leader dell’opposizione, Khaleda Zia, ha avvertito che il lavoro della magistratura potrebbe creare tensioni significative, suggerendo al governo di mantenere relazioni equilibrate con l’esercito. Con l’importante appuntamento delle elezioni generali fissato per febbraio 2026, Zia ha esortato il governo ad evitare conflitti con le Forze armate, riconoscendo i rischi che queste indagini potrebbero comportare per la stabilità del paese.

In un contesto di crescente incertezza, il futuro politico del Bangladesh appare più fragile che mai, mentre ci si avvia verso un’importante tornata elettorale che potrebbe ridefinire la sua traiettoria democratica.

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