Il primo sindaco musulmano d'Italia: "Io leghista dentro, Mamdani? Religione non deve spaventare"
(Adnkronos) - La vittoria di Zorhan Mamdani alle comunali di New York, che lo ha incoronato primo sindaco musulmano della Grande Mela, ha scosso la politica americana, con un'onda lunga che ha raggiunto anche l'Europa, animando il dibatt
(Adnkronos) - La vittoria di Zorhan Mamdani alle comunali di New York, che lo ha incoronato primo sindaco musulmano della Grande Mela, ha scosso la politica americana, con un'onda lunga che ha raggiunto anche l'Europa, animando il dibattito italiano. Se da parte dei dem, con Elly Schlein, il successo del giovane socialista di origini indiane e ugandesi è stato salutato come "la politica della speranza" che "vince sulla politica della paura", di tutt'altro tenore sono state le reazioni nel centrodestra. Il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini ha infatti sottolineato come, nella città ferita dagli attentati dell'11 settembre 2001, sulla poltrona del Municipio stia per sedersi il "primo sindaco islamico", nonché "socialista, pro Pal, pro gender", che "nel 2021 aveva persino strizzato l'occhio all'abolizione della proprietà privata".
Eppure, proprio il partito di Salvini, nel 2020, aveva segnato un record portando alla vittoria - in una piccola cittadina del Vicentino - il primo sindaco musulmano d'Italia: Moreno Marsetti, eletto a Malo (meno di 15 mila abitanti) con il 44,4% dei consensi. Contattato dall'Adnkronos, Marsetti commenta così l'elezione di Mamdani e le critiche rivolte al nuovo enfant prodige della politica americana, anche da parte dei vertici del suo partito: "Nel 2025 - dice il sindaco di Malo - non deve fare paura la religione di un sindaco, di un politico, di uno sportivo o di chiunque ricopra un ruolo pubblico. Quello che conta davvero sono la correttezza, il rispetto delle leggi e la loro applicazione, che deve essere uguale per tutti".
La legge, spiega Marsetti (che è anche vicepresidente vicario della Provincia di Vicenza), "non ha colore politico né appartenenza religiosa: è ciò che garantisce la libertà e la coesione della nostra società. L'estremismo, da una parte o dall'altra, resta il vero nemico dei valori democratici". Marsetti si definisce un leghista doc, "di quelli che hanno il leone nel cuore, anche perché è il mio segno zodiacale". E nel cuore, aggiunge, "mi sventola la bandiera della Regione Veneto. Amo le persone, la mia comunità maladense, la mia provincia e la mia Regione: cristiana, protestante, ortodossa, islamica, qualunque essa sia".
"Mia mamma - racconta - è del Marocco, vive e lavora in Italia da 37 anni; mio papà è veneto, vicentino e maladense doc. Mi ha insegnato il valore del rispetto, prima di tutto verso le persone e verso tutte le religioni". Nel suo personale 'pantheon' figurano alcuni esponenti della Lega del territorio, a partire dal governatore veneto uscente: "Stimo molto uomini come Luca Zaia, Mario Conte, Roberto Ciambetti e tutti coloro che hanno e sanno amministrare con equilibrio, concretezza e amore per questa terra. Amo il Veneto e le sue radici: una terra che sa accogliere, lavorare e rispettare. Per me contano la correttezza, il rispetto delle leggi e il bene comune".
Per Marsetti, "essere un sindaco musulmano della Lega non è una contraddizione, ma la dimostrazione che l'amore per la propria terra e per la propria gente viene prima di tutto". Quando però gli viene chiesto se avrebbe votato per Mamdani alle comunali newyorkesi, il sindaco di Malo non si sbilancia: "Sono abituato a votare guardando il programma elettorale, il curriculum e le competenze di un candidato. Personalmente, non conosco Mamdani e non abito a New York...". (di Antonio Atte)