Regionali. Parla Luca Zaia: "Stefani in gamba, orgoglioso dei miei veneti. Vannacci? Conosce le regole della Lega"

(Adnkronos) - Tra meno di una settimana il Veneto andrà alle urne per le elezioni regionali, ponendo fine a 15 anni di governo Zaia. Anni in cui il presidente ha combattuto e vinto numerose battaglie, in primis quella sulle Olimpiadi Inv

A cura di Adnkronos Adnkronos
17 novembre 2025 10:21
Regionali. Parla Luca Zaia: "Stefani in gamba, orgoglioso dei miei veneti. Vannacci? Conosce le regole della Lega" -
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(Adnkronos) - Tra meno di una settimana il Veneto andrà alle urne per le elezioni regionali, ponendo fine a 15 anni di governo Zaia. Anni in cui il presidente ha combattuto e vinto numerose battaglie, in primis quella sulle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina del prossimo febbraio. Il Veneto è cambiato, "siamo la prima regione d’Italia per sanità e siamo stati noi ad avviare il processo per l’autonomia a livello nazionale", ma restano sfide da affrontare come l’astensionismo e il futuro politico di una Lega in continua evoluzione, e non mancano le tensioni interne al Carroccio con il generale Roberto Vannacci. La coalizione veneta resta serrata e il governatore - come spiega all'Adnkronos - non dubita della sua performance al voto dei prossimi 23 e 24 novembre. 

Come valuta questi 15 anni di governo della Regione Veneto e qual è il bilancio complessivo che lascia alla comunità veneta? 

Siamo la prima regione d’Italia per sanità e siamo stati noi ad avviare il processo per l’autonomia a livello nazionale. Con la mia idea abbiamo portato a casa le Olimpiadi Invernali e possiamo dire di essere l’unica regione al mondo ad averle avute due volte, nel 1956 e nel 2026. Per non parlare delle infrastrutture e opere pubbliche fondamentali che abbiamo realizzato. Vado fiero del fatto che i miei concittadini siano orgogliosi di andare in giro per il mondo e poter dire “sono veneto”. Lascio alla regione uno standing che nel 2010 non ho trovato. 

Che clima si respira? 

Il clima è ottimo all’interno della coalizione di centrodestra e della Lega. Penso si sottovaluti il tema dell’astensionismo anche per queste elezioni. Perciò mi rivolgo a tutti, andate a votare. Votate per chi volete, ma andate. Spero che finirà questa tornata elettorale da dimenticare e che questo Paese fissi un Election Day, così tutto quello che va in scadenza durante l’anno ce lo troviamo alla famosa domenica organizzata. Queste sono elezioni atipiche e in solitaria. C’è anche un altro problema: il comune di Venezia è stato eletto con noi nel 2020, ma andrà a votare nel 2026. Il capoluogo che scade con noi ha avuto una proroga, è fuori da ogni logica. Io ho deciso di mettermi a disposizione per dare il mio contributo. Ho fatto una campagna atipica, cercando di non dare fastidio ai miei consiglieri e ai colleghi candidati. Nelle piazze ho sentito il calore della gente, ma c’è un problema oggettivo: bisogna ribadire che ogni candidato deve avere il nome scritto sulla scheda elettorale. Non è facile spiegare ai cittadini che il capolista deve essere votato. 

La coalizione è coesa? 

La coalizione è molto coesa e farà una grande performance, ma come ho detto la mia preoccupazione rimane l’astensionismo. Ho governato con loro dal 2010 e non ho mai avuto problemi. Ogniqualvolta ci sono presentati dibattiti, sono sempre stati nell’ottica di essere costruttivi. 

In che modo pensa di poter sostenere la nuova leadership regionale, in particolare Alberto Stefani? 

Alberto Stefani è in gamba e ha tutto il mio sostegno, dopodiché si può “brandizzare” l’amministrazione da sé. Sarà lui a plasmare la fase di governo con le sue caratteristiche personali, perché ognuno di noi lo fa in modo unico. 

Cosa farà dopo il termine del mandato, relax o continuerà con la politica

Intanto ho l’impegno di questa candidatura che è una cosa seria per il mio partito. Poi leggendo i giornali sembra che sia candidato a sindaco di Venezia, a presidente del Consiglio regionale, mi vogliono parlamentare e anche ministro. Non so ancora cosa farò. Da quando sono nato ho sempre fatto l’amministratore, mi piace farlo e mi piace governare. Qualcosa farò, ma al momento non sono in grado di dare anticipazioni.  

La Lega è sempre la Lega o qualcosa è mutato al suo interno? 

La Lega, come tutti i movimenti, ha una costante evoluzione. Quella di oggi non è quella di 20 anni fa, e quella che avremo tra 20 anni non sarà quella che c’è oggi. C’è una cosa che dobbiamo fare ed è ricordare i principi aspiratori che continuiamo a portare avanti, come il rispetto della legge, l’integrità. E non mi risulta che siano valori scomparsi. 

E Vannacci? 

Vannacci è un militante della Lega e sa quali sono le regole della Lega, non c’è altro da aggiungere. Sulle leggi razziali, siccome ha detto che non ho capito, mi spiegherà lui. Penso siano qualcosa che non abbiano bisogno di alcun revisionismo. Io guardo l’effetto delle leggi razziali che hanno portato a deportazioni e uccisione di milioni di ebrei, disabili e omosessuali. Resta una ferita aperta e una pagina dolorosa del nostro Paese.  

I partiti tradizionali hanno ancora posto davanti all’ascesa dei movimenti civici o di nuove forze politiche in Veneto? 

La storia è fatta di corsi e ricorsi. Ho visto scenari dove Beppe Grillo riempiva le piazze, mentre ora sono vuote. Ho visto Matteo Renzi arrivare al 42% in Veneto alle europee del 2014. Ora non c’è più. A cambiare è stato anche il cittadino, il voto è molto più mobile e ad personam. Quando va a votare riesce con molta disinvoltura a passare da una coalizione all’altra. Io sono arrivato quasi all’80% con i voti del Pd. Ci tengo anche a sottolineare che più un movimento è identitario, più ha consenso. I cittadini ti scelgono perché il programma non sono solo parole, ma perché dietro c’è un’idea. Se hai solo un simbolo e non un’idea, non si prendono voti. 

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