Napoletano (Messaggero): "L'Italia è meglio di come ci raccontiamo, Paese che conta"
(Adnkronos) - "Il Paese ha bisogno di liberarsi da pregiudizi e complessi di inferiorità che si manifestano in vari modi", lo scrive nell'attacco del suo primo editoriale da direttore del Messaggero, Roberto Napoletano. "Dobbiamo piuttos
(Adnkronos) - "Il Paese ha bisogno di liberarsi da pregiudizi e complessi di inferiorità che si manifestano in vari modi", lo scrive nell'attacco del suo primo editoriale da direttore del Messaggero, Roberto Napoletano. "Dobbiamo piuttosto avere consapevolezza che siamo meglio di come ci raccontiamo e che i risultati sono sempre frutto di organizzazione e di fatica, capacità decisionale e dialogo possibile, il futuro si costruisce passo dopo passo", scrive, rivendicando la mission del suo quotidiano. "Siamo il giornale di Roma, città cosmopolita per eccellenza, Capitale d'Italia, sede dello Stato della Città del Vaticano, unicum mondiale per la sua storia e il suo presente".
"Nella complicatissima geografia delle relazioni internazionali con un Occidente che sta ridefinendo i suoi rapporti di forza interni si impone l'esigenza di un'Europa adulta che dialoghi alla pari con Trump", chiede il direttore del Messaggero. "Questo mondo in ebollizione pretende, però, il ritorno urgente di un'Europa capace di fare molto di più per tutelare i diritti di un popolo aggredito con ferocia criminale nel cuore del Vecchio Continente", dice con riferimento a Mosca. Quindi "l'Europa deve fare molto di più per contribuire a costruire le tre cose che servono per dare una governance al nuovo mondo. Bisogna fare la riforma del Fondo Monetario e la riforma della Banca Mondiale. Bisogna dare a entrambe le istituzioni i poteri che non hanno per affrontare un quadro globale mutato radicalmente da decenni. Serve una nuova Bretton Woods che esprima il nuovo ordine generale monetario e sia in grado di tenere insieme il Nord del mondo e il Sud globale".
Napoletano infine torna sulla crescita del Paese e sul ruolo dell'Italia: "Siamo un Paese che ha recuperato reputazione sui mercati, tutte le agenzie di rating internazionali hanno promosso l'Italia, Moody's non lo faceva da 23 anni. Nel 2022 avevamo uno spread che faceva temere che l'Italia potesse diventare quella del 2011 e, cioè, quella della grande crisi dei debiti sovrani. Oggi invece il posto dell'Italia del 2011 agli occhi dei mercati e degli investitori lo ha preso la Francia mentre il nostro Paese è percepito, per solidità e disciplina dei conti, quasi come una specie di Germania del Mediterraneo" e ancora "siamo un Paese che è passato dal settimo posto di dieci anni fa a competere oggi con il Giappone per il quarto tra gli esportatori mondiali. Questi sono i fatti". "È parte della nostra responsabilità riconoscerli tutti. Aiuta a recuperare l'orgoglio di un Paese che conta" perché non "siamo più un Paese ripiegato su sé stesso e che gioca in difesa, ma piuttosto che gioca all'attacco e ha ritrovato la sua forza in casa e fuori. Averne contezza in modo diffuso può aiutare molto", conclude.