Rocca: "Milano Cortina 2026 occasione di rinascita. Brignone? Farà la scelta migliore"

(Adnkronos) - Vent’anni dopo quel successo da brividi in Coppa del Mondo, Giorgio Rocca si emoziona: “Madonna di Campiglio è la gara della vita”. Il campione azzurro, vincitore di undici gare in Coppa del Mondo e di una coppa di speciali

A cura di Adnkronos Adnkronos
04 dicembre 2025 12:11
Rocca: "Milano Cortina 2026 occasione di rinascita. Brignone? Farà la scelta migliore" -
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(Adnkronos) - Vent’anni dopo quel successo da brividi in Coppa del Mondo, Giorgio Rocca si emoziona: “Madonna di Campiglio è la gara della vita”. Il campione azzurro, vincitore di undici gare in Coppa del Mondo e di una coppa di specialità, trionfò nello slalom speciale sull’iconica 3Tre il 12 dicembre 2005. Una vittoria epica, in notturna, incorniciata da un tifo senza pari: "Riguardare le immagini – racconta in esclusiva all’Adnkronos - è fantastico. Il mio mito è stato Alberto Tomba, uno che lì ha scritto pagine di storia. Arrivavo da due vittorie, stavo bene, sapevo di potercela fare”. Sensazioni giuste: “Ero quarto al termine della prima manche, alla seconda ho aperto il gas. Mi ripetevo ‘O vado a canna oppure niente’. Alla fine è andata bene, tutto si è incastrato in maniera perfetta”.  

Anche il racconto degli speaker...  

“Chiesi di annunciare gli intermedi, per capire la situazione. Da questo può intuire tutto, potevo permettermi anche di ascoltare il loro racconto durante la discesa, in una gara decisa da centesimi”.  

L'anniversario di quel successo anticipa di pochi mesi il ventennale del suo giuramento olimpico a Torino 2006.  

“Un'emozione che va oltre l'attività sportiva. Durante le Olimpiadi ti rendi conto che la bandiera italiana è la cosa che conta davvero. Rappresenti il tuo Paese, non c'è niente di più bello”.  

Anche per quello ci fu una preparazione olimpica?  

“Prima del giuramento andai due volte ad allenarmi, diciamo così. Dovevano spiegarmi la strada e le cose da fare, con i tempi giusti. Quel giorno devi leggere un testo importante davanti a milioni di persone e non puoi fare errori. Serve attenzione alle parole, alle pause, bisogna scandire bene ogni frase con stile quasi militare. Più difficile di una gara di sci”. E se la ride. 

Fu un momento che diede il via ai Giochi Invernali di Torino 2006. Lì la sua gara olimpica, molto attesa, finì con una caduta. Ci ripensa ogni tanto?  

“Sarebbe stato il giusto coronamento di una carriera, anche perché sentivo di poter vincere. Non per essere presuntuoso, ma in quel momento sciavo bene, sarei arrivato a podio senza quell'incidente. Lo sport però insegna che bisogna ripartire e avere il coraggio di trovare motivazioni per rimettersi in gioco, per svegliarsi il giorno dopo con nuovi obiettivi”.  

Lei come ha trovate le motivazioni?  

“Devi farlo, la vita va avanti e non è una gara che deve scandire per sempre la tua esistenza. Il passato è passato, bisogna usarlo come esperienza negativa e soprattutto formativa. Lo sport è così, capitano giornate no e conta rialzarsi. Qualsiasi evento può avere risvolti positivi”.  

Tra pochi mesi ci saranno di nuovo le Olimpiadi in Italia. Cosa si aspetta da Milano Cortina 2026?  

“Sarà una bomba, un evento grandioso. La cosa interessante sta nel concetto di Olimpiadi diffuse, è la prima volta nella storia e la logistica può aiutare i vari sport, perché gli appassionati di una determinata disciplina andranno nella venue delle gare e se la godranno. Saranno una rinascita, un’occasione di ottimizzazione per i servizi nelle regioni interessate. L’altro discorso non banale guarda all’ecosostenibilità, non si costruisce per abbandonare ma per riutilizzare. Tante cose, a cominciare dai trasporti, serviranno alla gente nei prossimi anni”.  

Gli appassionati sperano che ai Giochi possa esserci anche Federica Brignone, che pochi giorni fa ha rimesso gli sci dopo il grave infortunio al ginocchio...  

“Tutto si può fare, è ciò che l’agonismo ha insegnato anche a lei. A 35 anni è importante non mollare, stringere i denti. Mi sembra che lo stia facendo, fin da subito si è impegnata al massimo e aver rimesso gli sci è un passo importante. Il corpo va ascoltato, ma dall’altra parte c’è l’evento più importante della sua vita sportiva. Farà la scelta migliore”.  

Da qualche anno lei è anche imprenditore. Ci racconta questa nuova sfida?  

“Quando ho chiuso con gli sci siamo partiti con la GR Academy e ho realizzato il mio sogno. Presto abbiamo capito però che il pubblico era molto esigente nei confronti del brand, così siamo passati a GR Mountain, con un’offerta di servizi più ampia, di qualità e personale altamente qualificato. A cominciare dai maestri di sci. Si tratta di una realtà che opera in alcune delle più rinomate località sciistiche del mondo, proponendo tante esperienze in cui sport, lifestyle e hospitality si fondono un modo innovativo. Dalle Ski Experience, in cui si può sciare sulle piste in mia compagnia o con altri ex campioni, alle Snow Night Experience, format pensato per gruppi ristretti con accesso esclusivo alle piste e cena finale in baita. E poi le Ski World Cup Experience, per far vivere l’atmosfera della Coppa del Mondo di sci in modo unico, dalla ricognizione sulla pista di gara all’accesso privilegiato all’hospitality”.  

Quest’anno tante località, a cominciare da Madonna di Campiglio, hanno introdotto il numero chiuso sulle piste per contenere l’overtourism. Cosa ne pensa?  

“Altre località all’estero hanno adottato la stessa strategia da qualche anno. Per esempio, se prenoti più tardi paghi di più. Viene fatto per disincentivare le persone ad andare nello stesso momento in una località. Il primo riflesso positivo riguarda la messa in sicurezza delle piste, valorizzando il cliente che soggiorna per una settimana e oltre. È anche un modo per far cambiare l’istinto turistico e ragionare meglio sul quando fare le vacanze in montagna, magari a prezzi più vantaggiosi”. (di Michele Antonelli) 

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