Sorteggio Mondiali 2026, premio per la pace a Trump tra le critiche
(Adnkronos) - La Fifa ha consegnato stasera, durante il sorteggio della fase a gironi dei Mondiali 2026, la prima edizione del nuovo "Peace Prize – Football Unites the World" al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il riconosciment
(Adnkronos) - La Fifa ha consegnato stasera, durante il sorteggio della fase a gironi dei Mondiali 2026, la prima edizione del nuovo "Peace Prize – Football Unites the World" al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il riconoscimento, voluto personalmente dal presidente Gianni Infantino e dedicato a chi offre un contributo "eccezionale" alla pace globale, è nato a sorpresa il mese scorso annunciato dal presidente Fifa sui suoi canali Instagram. Infantino ha spiegato i motivi sul palco: "Abbiamo deciso di assegnare il Premio 2025 a Trump per l'Impegno messo nel portare pace nel mondo, attraverso la propria leadership e le proprie azioni".
Trump ha commentato così il premio sul palco: "Si tratta del più grande onore della mia vita. Quanto fatto in Congo, India e Pakistan è un grande esempio del nostro impegno per la pace. Essere qui con Gianni è davvero un grande onore, lui ha fatto un lavoro grandissimo per questi Mondiali, anche con un nuovo record nella vendita dei biglietti. Grazie a tutti, in particolare alla mia famiglia".
La serata si chiuderà con i Village People e la loro "Y.M.C.A.", da anni inno del mondo Maga e colonna sonora della celebre 'Trump dance' del tycoon. A pesare sul premio, la lunga e consolidata amicizia tra Trump e Infantino: negli ultimi mesi il numero uno della Fifa ha partecipato a diversi eventi alla Casa Bianca anche non legati al calcio, ha sostenuto la candidatura del presidente al Nobel per la pace e ha persino trasferito alcuni uffici federali nella Trump Tower. Infantino ha accompagnato Trump in iniziative prive di connessione con la Fifa - come il summit di pace in Egitto dello scorso ottobre - definendolo più volte "un amico" e lodandone l’azione politica, in apparente contrasto con la neutralità imposta dallo statuto federale.
Il premio è finito al centro di dure critiche. Human Rights Watch denuncia un’assenza totale di trasparenza: nessuna lista di candidati, nessuna giuria, nessuna procedura ufficiale. "Non abbiamo ricevuto alcuna informazione sul processo decisionale. Si può dedurre che non esista", ha dichiarato la direttrice Minky Worden, avvertendo anche del clima politico ostile che potrebbe attendere i media durante i Mondiali negli Stati Uniti. Reporters Without Borders teme ricadute sui giornalisti stranieri, alla luce dei severi controlli d’ingresso imposti dall’amministrazione Trump.
A complicare ulteriormente il quadro c’è un’inchiesta del Guardian: la definizione del procedimento che guiderà i futuri vincitori del premio dovrebbe essere affidata a un nuovo comitato Fifa per la "responsabilità sociale", presieduto dal dirigente birmano Zaw Zaw, per anni considerato vicino alla giunta militare del Myanmar e colpito da sanzioni statunitensi ed europee. Nei documenti diplomatici è descritto come un "amico" del regime, con legami economici e politici di lunga data. Il comitato entrerà in funzione solo dopo l’annuncio del vincitore di quest’anno, alimentando il sospetto che il premio sia stato "costruito al contrario" per garantirne l’esito.
Nonostante le critiche di Ong e media, la Fifa ha respinto ogni accusa, sostenendo che riconoscere chi si impegna per la pace "non dovrebbe essere motivo di polemica" e che il presidente della federazione deve mantenere rapporti stretti con i leader dei Paesi ospitanti. Per Trump, l’occasione rappresenta una sorta di rivincita per la mancata assegnazione del Nobel per la pace - andato all’oppositrice venezuelana María Corina Machado - un premio che, a suo dire, viene attribuito "solo ai liberali". E secondo il mercato di previsione Kelshi, piattaforma regolamentata con sede a New York, Trump avrebbe il 95% di probabilità di conquistare il nuovo riconoscimento, "insidiato" soltanto dal 5% attribuito all’ex calciatore Didier Drogba per il suo impegno umanitario in Costa d’Avorio.