Tragedia a Prato: un giovane detenuto di 27 anni si toglie la vita, è il 60esimo suicidio in carcere dall'inizio dell'anno. La Uilpa critica aspramente il governo, parlando di farneticazioni.

Tragedia a Prato: un giovane detenuto si suicida, segnando il 60° caso dall'inizio dell'anno. La Uilpa critica il governo. 🆘😞

A cura di Redazione
28 luglio 2024 13:20
Tragedia a Prato: un giovane detenuto di 27 anni si toglie la vita, è il 60esimo suicidio in carcere dall'inizio dell'anno. La Uilpa critica aspramente il governo, parlando di farneticazioni.
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Suicidio di un giovane detenuto a Prato: la situazione carceraria in Italia raggiunge un nuovo picco di emergenza

Un tragico evento ha scosso la Casa Circondariale di Prato: un detenuto di soli 27 anni si è tolto la vita domenica sera, segnando il 60esimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno. Il giovane, di nazionalità italiana e con condanne definitive, sarebbe dovuto rimanere in detenzione fino al 2032. Nonostante i soccorsi tempestivi, è deceduto poco dopo in ospedale, aggravando un bilancio già drammatico.

La UILPA Polizia Penitenziaria esprime un forte sdegno di fronte a questa emergenza e lancia un’accusa diretta al governo, definendo le sue dichiarazioni “soltanto chiacchiere e farneticazioni”. Gennarino De Fazio, Segretario Generale del sindacato, sottolinea l’entità allarmante del fenomeno, che include anche sei suicidi tra gli appartenenti alla Polizia penitenziaria nel corso dello stesso anno.

La critica alla gestione del sistema carcerario è accentuata dalle parole contraddittorie di esponenti governativi. Da un lato, il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, afferma che le carceri sono regolamentari, mentre dall’altro il Ministro Carlo Nordio riconosce la gravità del sovraffollamento, promettendo interventi. De Fazio ricorda che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha recentemente definito la situazione penitenziaria come “indecorosa per un paese civile”.

La questione del sovraffollamento carcerario è drammatica: attualmente ci sono 14.500 detenuti in più rispetto ai posti disponibili nelle prigioni italiane. Nel 2023, sono stati ben 4.731 i detenuti che hanno ricevuto riconoscimenti risarcitori per “trattamento inumano e degradante”. Tali risultati, tuttavia, si riferiscono a pochi, poiché solo i detenuti in grado di pagare un avvocato possono far valere i propri diritti.

A peggiorare la situazione è la mancanza di personale. La UILPA evidenzia oltre 18.000 unità mancanti della Polizia penitenziaria, costringendo il personale esistente a fronteggiare situazioni di stress e tensione all’interno delle strutture carcerarie. Proteste e disordini nelle carceri si susseguono, con l’ultima che si è verificata a Prato solo 36 ore prima del tragico suicidio.

Gennarino De Fazio non usa mezzi termini: “Siamo stanchi delle chicchere del Governo. Servono provvedimenti immediati o l’estate potrebbe rivelarsi tragica per le vite umane coinvolte”. La situazione attuale, come evidenziato nel comunicato, mette in luce l’urgenza di riforme e interventi significativi, che sembrano latitare, soprattutto nel Decreto-Legge n. 92, noto anche come “carcere sicuro”.

Questa drammatica spirale di suicidi e malessere all’interno delle carceri italiane richiede una risposta urgente e concreta da parte delle istituzioni, affinché un simile tragico evento non si ripeta e il rispetto della dignità umana sia finalmente garantito anche in ambito penitenziario.

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