Ultras in silenzio: la strategia dell'omertà davanti ai giudici di San Vittore

Ultras in silenzio davanti ai pm: dopo le intercettazioni, i capi delle curve di Inter e Milan scelgono l'omertà. Scopri di più! 🔒⚽️

A cura di Redazione
02 ottobre 2024 13:44
Ultras in silenzio: la strategia dell'omertà davanti ai giudici di San Vittore
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Gli ultras scelgono la strategia del silenzio: interrogatori a San Vittore

Milano, 2 ottobre 2024 – La tensione è palpabile nel carcere di San Vittore, dove sono iniziati gli interrogatori dei leader delle curve di Inter e Milan. In un clima di crescente attesa, gli ultras non hanno intenzione di parlare. Si sta affermando una netta strategia di omertà, con i principali indagati che preferiscono restare in silenzio di fronte alle domande dei pm.

Francesco Lucci, noto per essere il fratello del più celebre Luca, è tra coloro che hanno scelto di non rispondere. “Non parla”, conferma il suo avvocato Jacopo Cappetta. La stessa scelta è stata compiuta anche da altri nomi di spicco del tifo organizzato, come Riccardo Bonissi e Luciano Romano, tutti accusati di far parte di un’associazione per delinquere legata al mondo del tifo milanista.

Ma il silenzio non è riservato solo agli ultras rossoneri. Andrea Beretta, ex boss della curva Nord interista, si è unito al coro di coloro che decidono di non collaborare con la giustizia. Accusato di orchestrare traffici criminali con altri membri della curva, Beretta ha scelto una linea difensiva che potrebbe complicare ulteriormente le indagini.

Gli interrogatori, che hanno preso avvio nella giornata odierna, si protrarranno anche nei prossimi giorni, lasciando in sospeso l’esito di una vicenda che coinvolge non solo gli ultras, ma anche l’intero mondo del calcio milanese. La decisione di mantenere il silenzio potrebbe avere ripercussioni significative sulle indagini in corso, poiché le intercettazioni iniziali già evidenziano una rete complessa e articolata di relazioni all’interno del tifo organizzato.

Con la strategia dell’omertà in atto, resta da vedere quale sarà il futuro di questi interrogatori e se, con il passare del tempo, i protagonisti decideranno di rompere il silenzio. Per ora, il messaggio è chiaro: la paura di repercussioni interne sembra prevalere sulla volontà di chiarire la propria posizione.

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